16 ottobre 2018

Uomini senza donne - Murakami Haruki

Uomini senza donne - Murakami Haruki
 
Nella sua vita Kafuku aveva visto molte donne alla guida di un’auto, e grossomodo le divideva in due categorie: quelle un po’ troppo aggressive e quelle un po’ troppo prudenti. Le seconde erano molto più numerose delle prime – cosa della quale possiamo solo rallegrarci. In generale, le donne sono più corrette e caute degli uomini: e di una guida cauta e corretta è ovvio che nessuno si può lamentare. Anche se a volte, però, può essere esasperante per gli automobilisti intorno.
Quanto alle donne appartenenti all’altro gruppo, le «aggressive», di solito si credevano degli assi del volante. Consideravano quelle troppo prudenti delle imbecilli e si vantavano di non essere come loro. Cambiavano corsia all’improvviso, senza rendersi conto che così costringevano gli altri automobilisti a frenare sospirando o ricoprendole di improperi.
Naturalmente, c’erano anche donne che non appartenevano né all’una né all’altra categoria. Donne che guidavano in maniera del tutto normale, né troppo aggressiva, né troppo cauta. Fra queste, alcune erano davvero brave. Anche in loro, tuttavia, Kafuku percepiva segni di tensione. In cosa consistessero, questi segni, non sarebbe stato in grado di dirlo, ma seduto al loro fianco intuiva una certa asperità che si trasmetteva fino a lui, mettendolo a disagio. Provava uno sgradevole bisogno di inumidirsi la gola, e per colmare il silenzio si lanciava in discorsi futili e superflui.
È ovvio che anche fra gli uomini c’era chi guidava bene e chi no. Nella maggior parte dei casi, però, gli uomini al volante non gli davano l’impressione di essere tesi. Non che fossero particolarmente rilassati. Magari in realtà erano un fascio di nervi. Però riuscivano in maniera naturale – forse inconscia – a non lasciar trapelare la tensione nei loro gesti. Pur concentrandosi nella guida, conversavano e si muovevano normalmente. Erano due sfere d’azione diverse.
Kafuku non si spiegava il perché di questa differenza di comportamento tra uomini e donne.
Nella vita quotidiana, gli capitava raramente di notarne altre. Di percepire, cioè, una qualche differenza tra le capacità di maschi e femmine. Nella sua professione aveva occasione di lavorare sia con gli uni che con le altre, e, a essere sinceri, si sentiva più a suo agio con le donne. Erano più attente ai dettagli, e sapevano ascoltare. Ma quando doveva salire su un’automobile, se a stringere il volante, accanto a lui, erano mani femminili, Kafuku per tutto il tempo ne era sgradevolmente consapevole. Però non aveva mai parlato a nessuno di questa sua visione delle cose. Non gli sembrava un argomento di conversazione proponibile. Quindi non si mostrò particolarmente contento quando il suo meccanico Oba, a cui aveva chiesto di trovargli un autista, gli propose una giovane donna. Vedendolo perplesso, Oba sorrise con l’aria di chi pensa: «La capisco benissimo».
– Guardi che questa ragazza guida davvero bene, sa, signor Kafuku. Glielo garantisco. Perché non la incontra, una volta? Perché non si fa portare un po’ in giro?
– Se me la raccomanda lei, non ho nulla da obiettare, – rispose Kafuku. Aveva bisogno di un autista al più presto, e Oba era un uomo affidabile. Erano ormai quindici anni che lo conosceva. Aveva capelli come fil di ferro e l’aria di un folletto, ma in materia di automobili era praticamente infallibile.
(...) 

Traduzione di Antonietta Pastore
Einaudi Editore

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