25 febbraio 2019

Vladimir Majakovskij

dipinto di Jeanne Lorioz
Vladimir Majakovskij

Attrazione inesorabile: non c'è stupore, né paura, ma la sola consapevolezza di
vivere una sensazione inevitabile...benefica. Necessaria.
Frugare e godere di quanto ci appartiene. Ritrovare chi si vuole e sentirsi
nel posto più intimo e protetto, la propria casa.
E sapersi avvinti, stretti, allacciati, senza esserne mai paghi,
senza chiedersene il motivo, senza pensare se sia giusto o meno,
abbandonandosi, vivendo quel richiamo come la più naturale
delle condizioni umane...Non è forse questo l'Amore?
Le flotte: anche loro convergono verso il porto.
Il treno: anche lui corre verso la stazione.
E io verso di te a maggior ragione, perchè io amo, mi sento proteso e attratto.
L'ultimo cavaliere puskiniano scende a godersi nel sotterraneo
i suoi beni e a frugare.
Così io a te ritorno, amata. Mio è questo cuore, e io godo di quanto è mio.
Voi ritornate a casa tutti lieti, a raschiarvi di dosso
la sporcizia, radendovi e lavandovi.
Così io, tornando a te.
Forse non vado a casa mia io, quando vengo da te?
Il grembo terrestre attende i terrestri. Noi volgiamo alla mèta finale.
Così io verso di te tendo inesorabilmente:
anche appena separati, anche appena abbiamo finito di vederci.




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