Tiziano Vecellio - Concerto Campestre
Sogno - Fernando Pessoa
Era un luogo solitario
di silenzio e di luna.
Tutto come una laguna.
Non vi penetrava alcun affanno
tranne il vago deliquio del vento.
Paesaggio intermedio
tra sogni e terra.
Il vento si era placato, soffiando piano.
Ricche di alghe erano le acque
dove immergevamo la nostra mano.
Lasciavamo la mano vagare
nell’acqua non vista.
I nostri occhi erano abbagliati
dal meandro illuminato di luna
nello scenario della foresta.
Perdevamo lo spirito
del nostro quieto essere noi stessi.
Eravamo liberi come fate,
non avendo da ereditare
niente dall’essere.
Lì le fate e i folletti
Imporporavano i loro strascichi illuminati dalla luna.
Lì per un po’ conquisteremo
l’inafferrabilità dell’io
che non si può mai ottenere.
Era un luogo solitario
di silenzio e di luna.
Tutto come una laguna.
Non vi penetrava alcun affanno
tranne il vago deliquio del vento.
Paesaggio intermedio
tra sogni e terra.
Il vento si era placato, soffiando piano.
Ricche di alghe erano le acque
dove immergevamo la nostra mano.
Lasciavamo la mano vagare
nell’acqua non vista.
I nostri occhi erano abbagliati
dal meandro illuminato di luna
nello scenario della foresta.
Perdevamo lo spirito
del nostro quieto essere noi stessi.
Eravamo liberi come fate,
non avendo da ereditare
niente dall’essere.
Lì le fate e i folletti
Imporporavano i loro strascichi illuminati dalla luna.
Lì per un po’ conquisteremo
l’inafferrabilità dell’io
che non si può mai ottenere.
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