27 marzo 2015

Aspasia - Grazia Fresu

Marie Bouliard - Aspasia
Aspasia - Grazia Fresu

 
Dell' empietà di Aspasia, la bella di Mileto,
è giunta l' eco nel gineceo
e le donne, le mani sul telaio,
van legando la prigionia dell' ora
all'ardimento di quella, unica,
tesa a celebrare nei banchetti
un talento deserto di ricami:
retoriche sottili, irrispettosi
dubbi sopra gli dèi, van sussurrando,
che Pericle sedusse, alla fierezza convinto
ed al piacere dall' amica più saggia,
suonando accortamente
geometrie di raccordi impudenti,
fisicità del sonno consentendo
tra gesti d' esperienza,
la medicina amara del potere
lenendo con i fiori e i nutrimenti
di uno spirito educato a sollevare
coi veli dell' amore anche i misteri
dell' eterno e del tempo,
narrano come spesso camminasse
con lui nel foro
e attenta producesse la sorpresa,
guidando le richieste,
gli incontri stimolando nell' arresto
del passo più sicuro.
Quelle, che solo sanno comandare
sui servi e sulla casa,
l' etèra van smembrando nel racconto,
nella diversità vanno accusando
ragioni e accanimento
di misure sconfitte e inadeguate,
disprezzano l' evento
che consegna una di loro
ad essere la gemma del tiranno d' Atene,
hanno sgomento, chiuse e riparate
dentro un ventre di pietra,
della vita che fuori si conduce,
processano l' amante
assicurate a una catena
che le riduce a farsi stordimento
di ferocie spietate.
Ma Aspasia ha la vittoria
ed è alimento del vento
che matura l' occasione:
sole e luna di gloria brilleranno,
sovrani,
dentro un solo sentimento.

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