26 marzo 2015

Hospes comesque - Marguerite Yourcenar

Isola di Naxos 
Hospes comesque - Marguerite Yourcenar

Corpo, facchino dell'anima, in cui sperare forse
sarebbe vano, amato corpo, più che non amarti;
cuore in un vivente ciborio trasmutato;
bocca senza fine tesa alle più nuove esche.

Mari dove si può vogare, sorgenti dove si può bere;
frumento e vino misti al banchetto rituale;
alibi del sonno, dolce cavità nera;
inseparabile terra offerta a tutti i nostri passi.

Aria che mi colmi di spazio e di equilibrio;
brividi lungo i nervi; spasmi di fibra in fibra;
occhi sull'immenso vuoto per poco tempo aperti.

Corpo, vecchio mio compagno, noi moriremo insieme.
Come non amarti, forma a cui io somiglio,
se è nelle tue braccia che stringo l'universo?

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