Il fante di spade
Quanto gli piaceva al
picciliddro, il fante di spade! Se l’immaginava suo valoroso alleato negli spaventosi
combattimenti che ogni tanto ingaggiava contro i draghi. Una sera, dopo una
fantasia guerresca durante la quale il fante di spade si era comportato più coraggiosamente
del solito, il picciliddro pigliò la carta e la baciò. E di subito, strammàto,
vide che il fante di spade gli sorrideva e gli parlava senza suono.
“Tu mi hai baciato e
hai vinto la magarìa che mi condannava ad essere solo figura. Ora basterà che esaudisca
un tuo desiderio e sarò libero del tutto. Spesso vedo i tuoi occhi luccicare di
lacrime. Confidati. Non hai bisogno d’aprire bocca, basta che tu pensi quello
che hai da dirmi”.
Prima di pìnsare la
risposta il picciliddro taliò l’odioso zio che, seduto sul divano davanti alla televisione,
teneva abbracciata la mamma e rideva.
“Vuoi sapìri perché
mi vengono le lacrime? Pirchì ogni volta che papà parte e resta fora tanto
tempo, arriva lo zio a trovare la mamma. Lo zio è un omo cattivo”.
“Con te?” - spiò il
fante.
“No, con me no. Anzi,
mi porta i cioccolatini e caramelle. Però quando mamma e lo zio si chiudono dintra
la càmmara da letto, dopo tanticchia la mamma piglia a lamentiarsi, a sospirare
forte forte, a dire: ‘Ahi! Ahi! Basta, ti prego, basta! Mi fai male! Oddio,
muoio’.
Ma lui continua fino
a quando la mamma non si mette a gridare. E’ un omo tinto, cattivo”.
“Che vuoi che faccia?
- spiò ancora il fante.
“Fai scomparire per
sempre lo zio”.
“Ai tuoi ordini” -
disse il fante.
Due sere appresso,
mentre il picciliddro dormiva e la mamma faceva la doccia, lo zio ebbe
un’emorragia interna
e morì.
All’esterrefatto
magistrato, il medico legale che aveva eseguito l’autopsia, presentò un referto
a dir poco pazzesco. A parere del medico, infatti, mentre la vittima stava
facendo un solitario, una carta (che venne trovata nei suoi intestini), il
fante di spade, era schizzata via dal mazzo, aveva raggiunto la bocca, era
penetrata nell’esofago e qui, con la minuscola spada, meno di due centimetri,
aveva reiteratamente, selvaggiamente squarciato i punti più delicati
dell’apparato digerente della vittima provocando un’emorragia letale.
Il medico legale
venne immediatamente rimosso. E dato che s’incaponiva nella sua tesi, l’unica
fu di chiuderlo in una clinica per malati di mente.
Nessun commento:
Posta un commento