Harold Gilman - Edwardian Interior, c.1907
Tre mele e una montagna - Stefan HertmansLe principal dans un tableau1.
c’est la distance.
Paul Cézanne
Tre mele e una montagna –
abbastanza da sedersi ancora per anni
e cercare lo sguardo giusto.
La luna è piena sopra Sainte-Victoire,
anche di notte è ancora
una pietra fosforescente, bruciacchiata e
bruciante sul fianco del sud.
Ho scritto ad un amico, dopo l’ultimo
di circa cinquanta tentativi: io sono
troppo vecchio e troppo malato, non posso fare questo.
A Ambroise Vollard:
Ho fatto un piccolo progresso.
Perché così tardi e così difficilmente?
Il pittore è un camminatore.
Una strada calda mente rotolata nei suoi occhi
e dorme lì come un serpente.
Il mezzogiorno incombe, sera d’una vita -
una luce forte acceca gli occhi.
Ad Aix il Course Mirabeau risiede sullo schermo,
una volta, sotto la grande piana di alberi
un piccolo tiranno illuminato
raggiunse un frutto maturo – allora abbastanza quieto fece un
cerchio
e fu ignaro d’ogni furbizia.
Vi è bellezza nelle case di corte e nei vecchi uffici.
Il passo del pittore è stato conservato.
Ancora avanti vicino allo studio bugie avanzarono
nel giardino trasformato dal colore degli occhi.
Ma soltanto contro quella alta parete
di distante opacità
le cose presero forma e grigia
divenne la tinta dei colori.
Una traversa si leva in piedi inaccessibile
in un’aria di fusione.
Dovresti arrampicare la montagna
con nient’altro che i tuoi occhi
e il percorso è pieno di piccoli tratti brutti.
Bellevue, Beauregard, Vauvenargues.
Un mulino e un villaggio addormentati.
Un lavatoio del periodo
dei Romani.
2.
I pennelli si mantengono ancora in un silenzio caldo,
anche se i colori gridano fuori al sole.
Lui ha conosciuto che cosa fosse la distanza.
Fatto un passo tra i corpi, tra le mele
per sentire meglio che cosa diceva la montagna.
Si trova là bruciando nell’aspetto,
non si rivela all’ospite,
e bisbiglia con i gufi neri
nelle tue orecchie di notte.
Ti puoi sedere fuori dalla tua vita lì,
poiché i bambini ovunque crescono da soli,
l’acqua fluisce sempre verso una fonte.
Ma tutte quelle forme hanno pensato ai tratti
nella sua testa: come le ha unite
così intelligentemente che in un sogno io
le riconosca come qualcosa una volta mia
e tua, di ognuno che sa
cosa sia il calore, il silenzio è
di un’interminabile pomeriggio nel sud?
Schiaccia gli insetti a morte sul terrazzo,
beve non troppo assenzio e
parla silenziosamente con l’acqua.
Lascia la sera affondarsi nel suo essere.
Trad. di Anila Resuli
Nessun commento:
Posta un commento