10 aprile 2015

Le tue gambe tese - Vincenzo D'Onofrio

Alexandre Schoenewerk - La jeune Tarentine

Le tue gambe tese - Vincenzo D'Onofrio

Le tue gambe tese,
lunghe fino all'inferno,
hanno fermate intermedie
in stazioni di servizio del cazzo
dove le facce dei camionisti
hanno tatuate lacrime di sangue
e sorrisi deliranti.
Sui muri dei cessi
ci sono tele di caravaggio
e numeri di telefono dove
rispondo io tra vent'anni
e non capisco cosa mi voglio dire
e su cosa mi voglio mettere in guardia.
Siamo centinaia di milioni
in pellegrinaggio sulle tue cosce.
Sento litanie tristi
e musiche d'ambiente.
I cantautori hanno finito le metafore.
I poeti del passato scrivono testi
di canzoni che girano su Mtv.
L'alba sui tuoi seni non c'è più.
È piuttosto un tramonto tormentato
dalla pioggia imminente.
altri soli nascono su strade nascoste
che copri con il tuo sedere gigante.
I cinesi, tutti, hanno costruito città leggendarie lì sopra.
Complimenti, sei un patrimonio da salvaguardare.
Dal tuo ginocchio sono saltato via, lì non mi guardavi.
I tuoi seni ora sono colline. Le tue gambe strade non finite
Sospese nell'aria.

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