2 dicembre 2017

da Il giovane Holden – Jerome David Salinger

Fernando Botero - Il ballo
da Il giovane Holden – Jerome David Salinger

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Ma ne valeva la pena. La bionda era una ballerina di prima forza. Era una delle migliori ballerine che mi fossero mai capitate. Senza scherzi, ci sono certe oche perfette che su una pista da ballo possono lasciarvi senza fiato. Una ragazza molto intelligente, invece, o per metà del tempo tenta di guidarvi lei avanti e indietro, o balla talmente male che la cosa migliore è di restarvene al tavolo e prendere una bella sbornia insieme.
- Lei balla benissimo, - dissi alla bionda. - Dovrebbe fare la professionista. Dico davvero. Ho ballato con una professionista, una volta, e lei è molto più brava. Ha mai sentito parlare di Marco e Miranda?
- Come? - disse lei. Non mi stava nemmeno a sentire. Guardava in giro per la sala.
- Ho detto se ha mai sentito parlare di Marco e Miranda.
- Non so. No. Non lo so.
- Be', sono ballerini, lei è una ballerina. Ma non è così straordinaria, però. Fa tutto quello che deve, ma non è straordinaria lo stesso. Lo sa quand'è che una ragazza balla veramente in modo fantastico?
- Come ha detto? - disse. Non mi stava neanche a sentire. La sua mente vagava a tutto spiano.
- Ho detto, lo sa quand'è che una ragazza balla veramente in modo fantastico?
- Mmm, mmm.
- Be', dove tengo la mano sulla sua schiena. Se penso che sotto la mia mano non c'è niente, né didietro, né gambe, né piedi, niente, allora la ragazza balla davvero in un modo fantastico.
Ma lei non mi stava a sentire. Sicché per un poco la ignorai. Ballavamo e basta. Dio, se sapeva ballare, quell'oca! Buddy Singer e la sua orchestrina schifa stavano sonando Proprio una cosa cosí, e nemmeno loro riuscivano a rovinarla completamente. È una canzone magnifica. Non tentai passi complicati mentre ballavamo - detesto quei tipi che quando ballano fanno un sacco di passi complicati per mettersi in mostra - ma la facevo girare senza risparmio, e lei mi seguiva benissimo. Il buffo è che credevo che si stesse divertendo anche lei, e invece tutt'a un tratto se ne uscì con quella frase idiotissima. - Ieri sera io e le mie amiche abbiamo visto Peter Lorre, - disse. - L'attore del cinema. In carne e ossa. Stava comprando un giornale. È di un carino...
- Lei è fortunata, - le dissi. - Proprio fortunata. Lo sa?- Era un'oca perfetta. Ma come ballava! Non potei fare a meno di darle un piccolo bacio su quel suo stupido cocuzzolo - sapete, proprio dove c'è la scriminatura e compagnia bella. Quel mio gesto la fece infuriare.
- Ehi! Che le gira per la testa?
- Niente. Non mi gira niente. Lei balla proprio bene,- dissi. - Ho una sorellina che fa solo la dannata quarta elementare. Lei balla quasi bene come la mia sorellina, e quella balla come nessuno, vivo o morto.
- Badi a come parla, se non le dispiace.
Che donna, ragazzi. Una regina, Cristo santo.
- Di dove siete, voi tre?
Ma non mi rispose. Era occupata a cercare in giro il vecchio Peter Lorre per farmelo vedere, suppongo.
- Di dove siete, voi tre? - ripetei.
- Come? - disse.
- Di dove siete, voi tre? Non me lo dica, se non ne ha voglia. Non vorrei che si stancasse.
- Seattle, Washington, - disse. Mi stava facendo un grande favore a dirmelo.
- Lei è una conversatrice straordinaria, - le dissi. - Lo sa?
- Come?
Lasciai perdere. Il suo cervello non ci arrivava, ad ogni modo. - Le va di fare un po' di jitterbug, se suonano una cosa svelta? Non uno di quei jitterbug balordi: né salti né niente; un jitterbug carino e tranquillo. Se suonano una cosa svelta tutti andranno a sedersi, tolti i vecchi e i grassoni, così avremo un sacco di spazio. D'accordo?
- Per me è tale quale, - disse lei - Ehi, quanti anni ha, a proposito?
Non so bene perché, ma questo mi diede sui nervi. - Oh, Cristo. Non rovini tutto, - dissi. - Ho dodici anni, Cristo santo. Sono alto per la mia età.
- Stia a sentire, lei. Gliel'ho già detto. Non mi va questo modo di parlare, - disse. - Se vuol parlare in questo modo, io posso tornare a sedermi con le mie amiche, sa?
Mi scusai a tutto spiano, perché l'orchestrina stava cominciando una cosa svelta. Lei si mise a fare il jitterbug con me - ma proprio un jitterbug carino e tranquillo, non balordo. Era proprio brava. Bastava appena toccarla. E ad ogni piroetta, scodinzolava col suo bel sederino in un modo delizioso eccetera eccetera. Mi lasciò senza fiato. Davvero. Ero mezzo innamorato di lei, quando tornammo a sederci. Questo è il guaio con le ragazze. Ogni volta che fanno una cosa carina, anche se a guardarle non valgono niente o se sono un po' stupide, finisce che quasi te ne innamori, e allora non sai più dove diavolo ti trovi. Le ragazze. Cristo santo. Hanno il potere di farti ammattire. Ce l'hanno proprio.
(…)

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