12 agosto 2018

da “Avventure della ragazza cattiva” – Mario Vergas Llosa

da “Avventure della ragazza cattiva” – Mario Vergas Llosa

Quella fu un’estate favolosa. Venne Pérez Prado con la sua orchestra di dodici professori ad animare i balli di carnevale del Club Terrazas de Miraflores e del Lawn Tenis di Lima, fu organizzato un campionato nazionale di mambo in plaza de Acho, che ottenne un grande successo malgrado la minaccia del cardinale Juan Gualberto Guevara, arcivescovo di Lima, di scomunicare tutte le coppie che vi avessero partecipato, e il mio quartiere, il Barrio Alegre delle strade miraflorine Diego Ferré, Juan Fanning e Colón, disputò olimpiadi di fulbito, di ciclismo, di atletica e di nuoto con il quartiere di calle San Martin, che, naturalmente, vincemmo.
Accaddero cose straordinarie in quell’estate del 1950. Cojinoba Lanas fece per la prima volta la dichiarazione a una ragazza - la rossa Seminauel - e lei, tra la sorpresa di tutto Miraflores, gli disse di sì. Cojinoba si scordò di essere zoppo e da allora prese a camminare per le strade con il petto gonfio come un Charles Atlas. Tico Tiravante lasciò
Ilse e fece la dichiarazione a Laurita, Victor Ojeda fece la dichiarazione a Ilse e lasciò Inge, Juan Barreto fece la dichiarazione a Inge e lasciò Ilse. Vi fu un tale rimescolamento sentimentale nel quartiere che eravamo tutti turbati, gli innamoramenti si disfacevano e si rifacevano e all’uscita dalle feste del sabato le coppie non sempre erano le stesse che erano entrate. “Che depravazione!”, si scandalizzava mia zia Alberta, con la quale vivevo da quando erano morti i miei genitori.
Le onde davanti ai bagni di Miraflores si rompevano due volte, laggiù in lontananza, la prima a duecento metri dalla spiaggia, e fin lì andavamo a prenderle di petto noi coraggiosi, e ci facevamo trascinare per quasi cento metri, fino a dove le onde morivano soltanto per ricostituirsi in ariosi tonfi e rompersi di nuovo, in un secondo infrangersi che ci faceva scivolare, noi esploratori di onde, fino ai sassolini della spiaggia.
In quell’estate straordinaria, alle feste di Miraflores tutti quanti smisero di ballare valzer, corrido, blues, bolero e huaracha perché il mambo spopolò. Il mambo, un terremoto che costrinse ad agitarsi, saltare, sobbalzare, fare strane mosse tutte le coppie infantili, adolescenti e mature nelle feste del quartiere. E di sicuro altrettanto succedeva fuori da Miraflores, al di là del mondo e della vita, a Lince, Brena, Chorrillos, o negli ancora più esotici quartieri di La Victoria, il centro di Lima, il Rimac e il Porvenir, dove noi, i miraflorini, non avevamo mai messo piede e dove pensavamo di non doverlo mai mettere.
(…)
Traduzione di Glauco Felici
Giulio Einaudi Editore, 2006

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