Fernando Botero - Il presidente
da “Favole al
Tramonto” – Andrea Camilleri
Il Cavaliere e la
volpe
Nel paese chiamato
Iliata c’era un Cavaliere il quale ce l’aveva a morte con la Volpe. Non passava
giorno che il Cavaliere, attraverso i suoi banditori che erano tanti e ben
pagati, non raccontasse le malvagità della volpe, ladra, invidiosa dei beni del
Cavaliere e sempre pronta a portarglieli via, ricettacolo d’odio, spergiura,
mentitrice, inaffidabile.
E tutto questo
perché? Solo perché il pelame della volpe era rosso e il Cavaliere, assai più
di un toro nell’arena, inferociva appena vedeva quel colore.
Un giorno il
Cavaliere, nascosto, vide che la Volpe voleva mangiarsi un grosso grappolo
d’uva alta sopra un pergolato. La Volpe saltava e saltava con tutte le sue
forze, ma, per quanto si impegnasse allo spasimo spiccando salti sempre più
alti, a un tratto si fece persuasa che quel grappolo era, da lei, irraggiungibile.
“Perché sto qui a
sprecare energia?” - si domandò - “Oltretutto sicuramente quell’uva è troppo
agra”.
E se ne andò.
Il Cavaliere, nel suo
nascondiglio, immediatamente si convinse che quell’uva era buonissima e che la Volpe
aveva detto che era agra solo perché non era riuscita a prenderla.
Così, avvicinandosi
alla pergola, senza scendere manco da cavallo, agguantò il grappolo e ne fece
un solo boccone.
Si attossicò. L’uva
era veramente agra.
Nessun commento:
Posta un commento