opera di Ivana Pinaffo
da “Nel giardino del
diavolo” - Stewart Lee Allen
(…)
I cristiani snobbarono prudentemente il pomodoro per almeno
centocinquant’anni e fu soltanto agli inizi del XVIII secolo che questo frutto
incominciò a essere ammesso sulle tavole, soprattutto in Italia, come semplice
elemento decorativo. Il resto del mondo occidentale continuò a tenersene alla
larga. Si diceva che il pomodoro facesse cadere i denti, che il suo profumo
rendesse folli. Molti americani lo ritenevano troppo brutto per mangiarlo. Alla
fine dell’Ottocento la figlia di Montague Alwood, un noto botanico inglese,
scrisse che il momento culminante di un tè pomeridiano in casa di suo padre fu
“la presentazione di questo nuovo, meraviglioso frutto, o bisognerebbe
definirlo verdura?”. Ancora nel XX secolo scrittori come Henry LeClerc
classificavano il pomodoro, assieme alla mandragora, nel novero dei “frutti
malefici… infidi e ingannevoli”.
(…)
Nessun commento:
Posta un commento