29 ottobre 2019

da La ragazza di Bube – Carlo Cassola

da La ragazza di Bube – Carlo Cassola
 
I padiglioni del Luna Park erano sparsi in un piazzale sotto il livello della strada.
Una grande folla si aggirava tra le pozzanghere, mentre gli altoparlanti diffondevano musiche e canzonette.
«Oh! chi si vede» esclamò Ines salutando un giovanotto.
«Questa è la mia amica» disse presentando Mara.
«Piacere» fece quello; presentò quindi il suo amico, che se ne stava a tre passi di distanza.
Benché colta di sorpresa, Mara capì subito cosa c'era sotto quell'incontro apparentemente casuale. Lanciò un'occhiata furibonda a Ines, poi si mise a guardare ostentatamente da un'altra parte.
«Andiamo sugli aeroplani?» propose il giovanotto di Ines. Ines accettò:
«Arrivederci» disse rivolgendo loro un sorriso di complicità, che fece montare Mara al colmo della rabbia.
«Ci andiamo anche noi due... signorina?»
«No» rispose seccamente Mara; e quasi gli voltò le spalle.
«Ha paura che le giri la testa?»
Mara allora gli piantò gli occhi in faccia:
«Niente affatto. Ma non mi va di andarci con chi non conosco». E per mettere bene in chiaro le cose, aggiunse: «Quella stupida della mia amica, ha combinato tutto lei senza dirmi niente. Se lo avessi saputo, non sarei venuta.»
Il giovanotto aveva abbozzato un sorriso; ma rendendosi conto che era davvero arrabbiata, abbassò gli occhi confuso.
Ines tornava ridendo seguita dal suo cavaliere:
«E così? abbiamo fatto conoscenza?»
Mara alzò le spalle.
«Perché non fate un giro anche voi?» insistette Ines. «È divertente... mette paura, ma non c'è pericolo.»
A un tratto Mara la investì:
«Perché non mi hai detto che avevi combinato un appuntamento? Non sarei venuta di certo, se avessi immaginato una cosa simile.»
«E che male c'è?» disse Ines.
«Per te non ci sarà niente di male, ma per me sì. Non mi piace stare insieme coi giovanotti che non conosco.»
L'amico di Ines ritenne opportuno metterci bocca lui:
«Via, signorina, non prenda le cose sul tragico. Ora le spiego io com'è andata. Noi due avevamo appuntamento, ma poi Ines mi ha detto che era con un'amica... così anche io mi son portato dietro un amico.»
«L'ho fatto per non lasciarti sola» si giustificò Ines.
«In questo modo Ines fa coppia con me, e lei fa coppia con Stefano» concluse il giovanotto.
«Io non faccio coppia con nessuno» ribatté Mara. «Io, questo Stefano, non so nemmeno chi sia.»
«Ma è lui!» esclamò il giovanotto mettendosi a ridere. «Ancora non sei stato buono di presentarti?» disse rivolto all'amico.
«Smettila» fece quello seccato.
L'altro non se ne diede per inteso: era sicuro che sarebbe riuscito a dissipare il malumore di Mara. «Si vede proprio che tu non ci sai fare con le ragazze; io, anche quando sono musone, mica mi perdo d'animo, Comincio a dire tante di quelle stupidaggini che alla fine sono costrette a ridere.»
«Mica siamo tutti uguali» rispose l'amico. A un tratto si volse a Mara: «Mi scusi, signorina… anche io, non volevo venire. Ma poi mi sono lasciato trascinare...»
«Ma questo è il colmo!» esclamò l'altro. «Io gli procuro una ragazza, e invece di ringraziarmi. Sai cosa ti dico? Sbrigatela un po' da te. Vieni, andiamocene sulle automobili» e presa Ines per mano la condusse via.
«Che stupido» disse Mara. «E la mia amica, lo stesso. Stanno bene insieme» aggiunse con disprezzo. «Oltre tutto, per colpa di quella stupida mi sono perso anche il film».
«Ma è sempre in tempo ad andarci» fece premurosamente il giovanotto.
«Ormai è troppo tardi per trovarmi una compagnia.»
Il giovane esitò un momento:
«Potrei... accompagnarla io. Oh, non abbia paura, lo dico senza cattive intenzioni. Avevo voglia anche io di vedere quella pellicola.»
Il giovanotto aveva un'aria così seria, che Mara finì con l'accettare. Mise solo la condizione che avrebbe pagato da sé.
«Come vuole lei» rispose pronto il giovanotto. «Mi aspetti qui, vado a dirlo a quelli.»
«No. Andiamocene senza dirgli niente.»
Salirono sulla massicciata della strada.

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