25 ottobre 2019

Mai raggiungere l‘immemore buio – Dylan Thomas

Giacomo Balla - Estate, 1918
Mai raggiungere l‘immemore buio – Dylan Thomas

Mai raggiungere l’immemore buio
E non conoscere
I propri guai né quelli di nessuno -
I negativi imprimono negazione,
Vuoto di luce e trovano il buio illuminato -
Mai è un incubo,
Mai scorre dalla ferita del sonno
Macchiando il cervello sconnesso
Di conoscenza che non serve e non val nulla,
Ma è inutile discutere di morte;
Non serve sbattere il capo contro il muro
Per scoprire una dolce vacuità nel sangue e nel guscio,
Questo pus scorre profondo.
C’è del veleno nel tuo vino rosso, bevitore,
Che si propaga sino alla feccia
Lasciando una traccia di colore corrotto,
Segatura sotto i bordi.
Da ogni parte il male è sicuro
Per i vivi e per i morti,
Schiuma, o movimento d’un momento,
Tutti ritengono la somma, nulla diventa nulla,
Anche le parole sono nulla
Laddove il sole è trasformato in sale,
Può esserci solo vanità, vecchio lamento,
Nulla mai, nulla più vecchio,
Anche se siamo consumati da amori e da dubbi.
Io amo e dubito, ed è vano, è vano,
Amare e dubitare come uno che debba morire
Pianificando ciò che è bene, benché non sia che inverno,
Quando la primavera sarà giunta,
La giunchiglia e il narciso selvatico.

da Dylan Thomas Poesie inedite, a cura di Ariodante Marianni – Giulio Einaudi Edizioni

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