19 maggio 2017

Giovani di Sidone – Costantino Kavafis



Giovani di Sidone – Costantino Kavafis
400 d.C.

L’attore, che chiamarono a svagarli,
recitò una squisita collana d’epigrammi.

La stanza apriva sul giardino. V’era
sottile un balsamo di fiori,
fuso con l’aromatica fragranza
dei cinque adolescenti di Sidone.
Si lessero Crinàgora, Meleagro, Riano.
Come l’attore disse:
“Eschilo d’Euforione, Ateniese riposa…”
(forse troppo accentando
“di forza egregio” e “Maratonio bosco”),
sussultò vivamente un giovinetto
smaniato di lettere, e gridò:
“Non mi piace il tetrastico: somigliano,
tali frasi, un deliquio.
All’opera confida ogni tua forza,
ogni tua cura, e l’opera rammenta nella prova,
e quando ormai la tua sorte declina:
questo da te m’attendo, questo voglio.
E non già che tu scacci dalla tua mente il fulgido
Verbo della Tragedia
– un Agamennone, un mirabile Prometeo,
le parvenze di Oreste o di Cassandra,
o i Sette contro Tebe -, per memoria
di te lasciando che in un cumulo di truppe
c’eri anche tu contro Artaferne e Dati”.

Trad. Filippo Maria Pontani

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