24 maggio 2017

Erode Attico – Costantino Kavafis

Busto di Erode Attico - Louvre

Erode Attico – Costantino Kavafis



O gloria d’Erode Attico, immensa!



Alessandro di Seleucìa, sofista tra i migliori,

giunge ad Atene per parlare, e trova

deserta la città: sta in villa Erode,

e tutti quanti i giovani

l’hanno seguito là, per ascoltarlo.

Allora scrive il sofista Alessandro

una lettera a Erode, lo scongiura

di rimandare i Greci.

E quel sottile Erode subito gli risponde:

“Vengo coi Greci, vengo anch’io con loro”.



Quanti ragazzi, adesso, ad Alessandria,

ad Antiochia, a Bèrito

(retori di domani che l’ellenismo forgia),

in quei simposi eletti

dove tutto si parla di sofistica

o d’esperienze erotiche squisite,

d’un tratto, assorti, tacciono.

Stanno intatte le coppe accanto a loro:

pensano a quella fortuna d’Erode

(quale sofista mai s’ebbe altrettanto?):

a misura di quanto vuole e fa,

i Greci (i Greci!) ecco lo seguono,

senza più giudicare né discutere,

senza scegliere: seguono soltanto.



Trad. Filippo Maria Pontani

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