15 maggio 2017

Quattro quartetti EAST COKER III – T. S. Eliot


opera di Andrey Remnev
Quattro quartetti – T. S. Eliot

EAST COKER
III
O buio buio buio. Tutti entrano nel buio,
I vacui spazi interstellari, i vacui nei vacui,
I capitani, banchieri d’affari, eminenti letterati
I mecenati generosi, gli artisti e i capi,
Gli amministratori pubblici capaci, presidenti di molte commissioni,
Grandi industriali e piccoli fornitori, tutti entrano nel buio,
E buio il sole e la luna. E l’Almanacco di Gotha
E il Gazzettino della Borsa, il Dizionario dei Dirigenti,
e freddi i sensi e perso il motivo dell’azione.
E noi tutti andiamo con loro, nel funerale silenzioso,
Funerale di nessuno, perché non c’è nessuno da seppellire.
Io dissi alla mia anima, sta’ quieta, e lascia che ti avvolga il buio
Che è il buio di Dio. Come, a teatro,
Le luci si spengono per il cambio di scena
Con un rumore cavo di quinte, con un muoversi del buio nel buio,
E sappiamo che colline e alberi, il panorama lontano
E la facciata imponente vengono portate via –
O come quando nella metropolitana un treno si ferma fra le stazioni
E la conversazione si alza e poi muore nel silenzio
E si vede dietro ogni faccia il vuoto mentale accrescersi
Mentre cresce il terrore di non avere nulla da pensare;
O quando, nell’anestesia, la mente è cosciente ma cosciente di niente –
Io dissi alla mia anima, sta’ quieta, e aspetta senza speranza
Perché la speranza sarebbe sperare la cosa sbagliata; aspetta senza amore
Perché amore sarebbe amare la cosa sbagliata; c’è ancora la fede,
Ma la fede e l’amore e la speranza stanno tutti nell’attesa.
Aspetta senza pensare, perché non sei matura per pensare:
Così il buio sarà la luce, e l’immobilità la danza.
Sussurro di corsi d’acqua e lampi d’inverno,
Il timo selvatico e la fragola selvatica,
Le risa nel giardino, echi di un’estasi
Non perduta, ma che necessita, indica l’agonia
Di morte e nascita.

Direte che sto ripetendo
Cose che ho detto prima. Le dirò di nuovo.
Le dirò di nuovo? Per arrivare qui,
Per arrivare dove sei, per allontanarti da dove non sei,
Devi percorrere una via dove non c’è estasi.
Per arrivare a ciò che non conosci
Devi percorrere una via che è la via dell’ignoranza.
Per possedere ciò che non possiedi
Devi percorrere la via della perdita di possesso.
Per arrivare a ciò che non sei
Devi percorrere la via in cui non sei.
E ciò che non sai è la sola cosa che sai
E ciò che possiedi è ciò che non possiedi
E il luogo dove sei è dove non sei.

traduzione di Massimo Bacigalupo
da T. S. Eliot,il sermone del fuoco a cura di Massimo Bacigalupo
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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