15 maggio 2017

Quattro quartetti LITTLE GIDDING I – T. S. Eliot

opera di Andrey Remnev
Quattro quartetti – T. S. Eliot

LITTLE GIDDING
I
La primavera a mezzo inverno è una stagione a sé stante
Sempiterna per quanto fradicia verso il calar del sole,
Sospesa nel tempo, fra polo e tropico.
Quando il giorno breve è più luminoso, di freddo e fuoco,
Il breve sole infiamma il ghiaccio, su stagni e fossi,
Nel freddo senza vento che per il cuore è caldo,
Riflettendo in uno specchio d’acqua
Un baleno che acceca nel primo pomeriggio.
E bagliore più intenso che vampa di ramo o brace
Risveglia lo spirito inerte: non vento, ma fuoco pentecostale
Nel tempo buio dell’anno. Fra disgelo e gelo
La linfa dell’anima rabbrividisce. Non c’è odore di terra
Né odore di cose vive. Questa è la primavera
Ma non secondo i patti del tempo. Ora la siepe
Si imbianca brevemente di fiori caduchi
Di neve, una fioritura più improvvisa
Di quella estiva, senza germoglio né appassimento,
non inclusa nel processo del generare.
Dove è l’estate, l’immaginabile
Estate zero?

Se tu venissi da queste parti,
Prendendo la strada che probabilmente prenderesti
Dal luogo da cui probabilmente verresti,
Se tu venissi da queste parti a maggio, troveresti le siepi
Bianche di nuovo, a maggio, di voluttuosa dolcezza.
Sarebbe lo stesso alla fine del viaggio,
Se tu venissi di notte come un re affranto,
Se tu venissi di giorno non sapendo per cosa venisti,
Sarebbe lo stesso, quando lasci la strada disagevole
E volti dietro il porcile verso la facciata spente
E le pietre tombali. E ciò per cui pensi di essere venuto
È solo un baccello, un guscio di significato
Da cui lo scopo emerge solo quando è raggiunto
O mai. Forse non avevi scopo
O lo scopo è oltre il fine che prevedevi
E si modifica nel realizzarsi. Ci sono altri luoghi
Che sono anche agli estremi del mondo, nelle fauci del mare,
Su un lago buio, in un deserto o una città:
Ma questo è il più vicino, nello spazio e nel tempo,
Ora è in Inghilterra.

Se tu venissi da queste parti,
Prendendo qualsiasi strada, partendo da qualsiasi luogo,
In qualsiasi tempo o stagione,
Sarebbe sempre lo stesso: dovresti deporre
Senso e concetto. Non sei qui per verificare,
Istruirti, saziare la curiosità
O portare notizia. Sei qui per inginocchiarti
Dove la preghiera è strada valida. E la preghiera è più
Di una serie di parole, più dell’occupazione cosciente
Della mente che prega, o del suono della voce che prega.
Poiché ciò per cui i morti non avevano parole, da vivi,
Possono dirtelo; da morti: la comunicazione
Dei morti ha lingue di fuoco al di là del linguaggio dei vivi.
Qui, l’intersezione del momento senza tempo
È l’Inghilterra e nessun luogo. Mai e sempre.

traduzione di Massimo Bacigalupo
da T. S. Eliot,il sermone del fuoco a cura di Massimo Bacigalupo
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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