opera di Andrey Remnev
Quattro quartetti – T. S. EliotDRY SALVAGES
V
Comunicare con Marte, conversare con gli spiriti,
Dare notizia delle abitudini del nostro sommerso,
Fare l’oroscopo, auspicare o scrutare il cristallo,
Desumere malanni dalla calligrafia, leggere
Biografie nelle pieghe della mano
O tragedie nelle dita; trarre pronostici
Da sortilegi o fondi di tè, interrogare
L’ineluttabile con carte, dilettarsi di pentagrammi
E barbiturici, dissezionare nell’immagine
Ricorrente i terrori del preconscio, esplorare
Viscere, tombe o sogni… sono tutti abituali
Passatempi e droghe, e rubriche di giornali;
E sarà sempre così, specialmente
In tempi di tracolli di nazioni e confusione
Sia sulle spiagge dell’Asia che nella Edgware Road.
La curiosità umana indaga passato e futuro
E si afferra a questa dimensione. Ma percepire
Il punto di intersezione dell’atemporale
Con il tempo, questa è un’occupazione per santi.
E nemmeno un’occupazione, ma qualcosa che è dato
E accolto, nel morire di tutta una vita nell’amore.
L’ardore e la perdita e la resa di sé.
Per gran parte di noi, c’è solo il momento
Isolato, il momento che sta dentro e fuori del tempo,
Lo scatto che ci travolge, perduti in un fiotto di sole,
Il timo selvatico intravisto, o il lampo d’inverno
O la cascata, o una musica udita così intimamente
Che non è affatto udita, ma diventa la musica
Finché la musica continua. Questi sono solo indizi e congetture,
Indizi seguiti da congetture; e il resto
È preghiera, devozione, disciplina, pensiero e azione.
L’indizio a stento indovinato, il dono a stento compreso,è l’incarnazione.
Qui l’unione impossibile
Di piani di esistenza si attua,
Qui passato e futuro
Sono superati, e riconciliati,
Quando l’azione sarebbe movimento
Di ciò che è solo mosso
E non ha in sé alcuna fonte di movimento:
Sospinto da forze demoniache,
Da forze ctonie. E la giusta azione è una libertà
Dal passato come pure dal futuro.
Per molti di noi, questo è il fine
Che qui non si realizzerà mai;
Non che non siamo sconfitti solo
Perché abbiamo continuato a tentare;
Noi, contenti in ultimo
Se la nostra parabola temporale nutre
(Non lontano dal tasso)
La vita di una terra che ha significato.
traduzione di Massimo Bacigalupo
da T. S. Eliot,il sermone del fuoco a cura di Massimo Bacigalupo
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
Nessun commento:
Posta un commento