7 maggio 2017

Off – Enzo montano

Julianne Moore in "Still Alice"
Off – Enzo montano

Il tempo tra una parola fuggita dalla bocca
e l’altra che non vuole arrivare
può non finire mai, è immenso
e buio come una foresta ,
senza sentieri né briciole
né Arianna col suo filo.
E rimangono lì, imprigionati,
in quello spazio tra le parole,
inestricabile come un labirinto
vasto come un deserto giallo.

Giovanni, mentre sorrideva,
disegnò un sogno con le mani
(Poiché la voce era prigioniera,
nel cranio assieme a bufere di pensieri)
e disse: entra! Ma non sono mai
riuscito a trovare la porta
per quel mondo (o non ancora),
parallelo al mio; uguale o forse migliore:
è impresa ardua per me
disegnare i sogni con i gesti.
Fu dissuaso dal mio stupore
e un attimo dopo la sua realtà
lo portò in un lontano altrove.
Col suo sorriso dolce Pietro
accompagna quelle parole maledette
che rifiutano di prendere una forma:
sono solo suoni cancellati
dall’attimo che dissolve il precedente.
Rosa, severa, si rimprovera
perché non sa farsi capire,
i suoi suoni disarticolati
rimbombano nel vuoto.
Grazia parla solo con gli occhi,
le parole le si fermano sui denti,
nello specchio vedeva Don Chisciotte
e il passato era sovrapposto
al quotidiano irriconoscibile.
Nicola, invece, non ha sopportato
di perdersi nell’immensa casa vuota dove
era assalito da mosche giganti,
urlava parole incespicanti, poi il silenzio.
Angela aveva le mani che impazzivano
in un tremolio improvviso,
come creature estranee al corpo
avevano una vita indipendente.
Contenta della visita mi offrì un caffè,
poi pianse del repentino innalzarsi
della tazzina e delle poche
gocce che mi vennero addosso.
Le diedi un bacio e una carezza
mentre lei era già in altre stanze.

Quando la gaiezza arrogante
dei fiori di malva è insopportabile,
quando la sconvolgente
novità dell’attimo è svanita
vagano senza tempo senza vie
e senza orientamento.

Spenti. 

Off.
 

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