31 maggio 2018

da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado

Fernando Botero - La strada
da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado
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All’angolo, in fondo alla piazza, al centro di un piccolo elegante giardino di rose e gigli, con un gelsomino sulla porta, sorgeva la nuova casa del colonnello Melk Tavares, oggetto di profonde e accanite discussioni nella Cartoleria Centrale. Era una casa in ”stile moderno", la prima costruita dall’architetto lanciato da Mundinho Falcão, e le opinioni della intellettualità locale si erano divise, le discussioni continuavano eterne. Con le sue linee chiare e semplici, contrastava con i palazzoni massicci e le basse costruzioni in stile coloniale. Nel giardino, inginocchiata a curare i suoi fiori, più bella dei fiori, sognava Malvina, figlia unica di Melk, alunna del collegio delle suore. Per lei sospirava Josuè. Ogni pomeriggio, ultimate le lezioni e le interminabili discussioni nella Cartoleria Centrale, il professore andava a passeggiare sulla piazza, venti volte passava davanti al giardino di Malvina, venti volte le sue supplici occhiate carezzavano la ragazza in una muta dichiarazione. Dal bar di Nacib, i clienti abituali seguivano lo spettacolo quotidiano con ironici commenti:
- È ostinato il professore...
- Vuole farsi una posizione indipendente, guadagnare piantagioni di cacao senza la fatica di coltivarle.
- Eccolo là, per la sua penitenza quotidiana... - dicevano le zitelle nel vederlo arrivare sulla piazza, affannato, e simpatizzavano con lui, per quella passione non corrisposta.
- Io lo so cos’è quella: è una con la puzza sotto al naso che vuol fare la difficile. Ma che cerca più di un giovane tanto intelligente?
- Ma povero...
- Matrimonio di interesse non porta felicità. Un giovane sensibile, un letterato che compone perfino poesie...
In prossimità della chiesa, Josuè rallentava il passo, si toglieva il cappello, piegandosi quasi in due di fronte alle zitelle.
- Educato, distinto...
- Ma debole di petto...
- Il dottor Plinio dice che non ha niente di serio ai polmoni, è solo un po' gracile.
- È superba, ecco cos’è, perché ha una bella faccia e il padre carico di soldi.
Poverino, lui tanto appassionato... - un sospiro si levò dal petto sterile.
Accompagnato dai commenti affettuosi delle zitelle, e da quelli ironici della gente nel bar, Josuè si avvicinava alla finestra di Gloria. Per vedere Malvina, bella e indifferente, verso la fine di ogni pomeriggio, percorreva quella strada a passi lenti, con un volume di versi fra le mani.
Ma, di sfuggita, il suo romantico sguardo sfiorava la prosperità degli alti seni di Gloria poggiati alla finestra come sopra un vassoio azzurro. E dai seni si spostava verso il volto bruno e abbronzato, dalle labbra carnose e sensuali, dagli occhi continuamente invitanti. Allora, gli occhi romantici di Josuè si accendevano di desiderio materiale e peccaminoso e un’ondata di calore gli arrossava il pallido viso. Era soltanto un istante, poi, passata la tentazione della finestra tentatrice, i suoi occhi ridiventavano supplici e disperati, la sua faccia si faceva più pallida ancora, ed occhi e faccia si dedicavano completamente a Malvina.
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