23 maggio 2018

Sonetto LXIII – Pablo Neruda

dipinto di Iain Faulkner
Sonetto LXIII – Pablo Neruda

Non solo per le terre deserte dove la pietra salina
è come l'unica rosa, il fiore del mare sotterrato,
andai, ma per la riva di fiumi che tagliano la neve.
Le amare altezze delle cordigliere conoscono i miei passi.

Intricata, sibilante regione della mia patria selvaggia,
liane il cui bacio mortale s'incatena nella selva,
lamento bagnato dell'uccello che s'alza lanciando i suoi brividi,
oh regione di perduti dolori e di pianto inclemente!

Non solo son miei la pelle velenosa del rame
o il salnitro disteso come statua giacente e di neve;
ma la vigna, il ciliegio premiato dalla primavera,

son miei, e io appartengo come atomo nero
alle aride terre e alla luce dell'autunno nell'uva,
a questa patria metallica elevata da torri di neve..

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