29 maggio 2018

La casa - Warsan Shire

Carl Vilhelm Holsøe - The Sunlit Room
La casa - Warsan Shire

I
Mamma dice che ci sono stanze chiuse in ogni donna; cucine di desiderio,
camere da letto di dolore, stanze da bagno d'apatia.
A volte arrivano gli uomini, con le chiavi,
e a volte arrivano gli uomini, con i martelli.

II
Nin soo joog laga waayo, soo jiifso aa laga helaa,
ho detto Fermo, ho detto No e non mi ha ascoltata.

III
Forse lei ha un piano, forse lo riporterà indietro
solo perché lui si svegli dopo ore in una vasca piena di ghiaccio,
con la bocca secca, a guardarsi, laggiù, la sua nuova, linda chirurgia.

IV
Indico il mio corpo e dico Oh questa cosa vecchia? No, me la sono solo buttata addosso.

V
Ma vuoi mangiare quella roba? Dico a mia madre, indicando mio padre che giace sul tavolo della sala da pranzo, una mela rossa infilata in bocca.

VI
Più è grande il mio corpo, più stanze chiuse contiene, più arrivano uomini con le chiavi. Anwar non ce l'ha fatta a entrare del tutto, ancora penso a che cosa avrebbe potuto aprire dentro di me. Basil è venuto e ha esitato alla porta per tre anni. Johnny dagli occhi azzurri è arrivato con una borsa d'attrezzi che aveva usato su altre donne: una forcina, una bottiglia di candeggina, un coltello a serramanico e un barattolo di vaselina. Yusuf ha invocato il nome di Dio attraverso la serratura e nessuno ha risposto. Alcuni hanno implorato, alcuni si sono arrampicati sui lati del mio corpo in cerca di una finestra, alcuni hanno detto che erano per strada e poi non sono venuti.

VII
Mostraci sulla bambola dove sei stata toccata, hanno detto.
Ho detto, Non somiglio a una bambola, somiglio a una casa.
Hanno detto Mostraci la casa.

Così: due dita nel barattolo di marmellata
così: un gomito nell'acqua del bagno
così: una mano nel cassetto.

VII
Dovrei raccontarvi del mio primo amore che trovò una botola sotto il mio seno sinistro nove anni fa, ci cadde dentro e da allora è rimasto lì. Ogni tanto sento qualcosa che mi striscia su per la coscia. Dovrebbe farsi vivo, probabilmente lo farei uscire. Spero non sia inciampato negli altri, i ragazzi scomparsi che venivano da piccole città, con madri gradevoli, che hanno fatto brutte cose e si sono smarriti nel labirinto dei miei capelli. Li tratto abbastanza bene, una fetta di pane, se sono fortunati un pezzo di frutta. Tranne Johnny con gli occhi azzurri, che ha raccolto i miei riccioli ed è strisciato dentro. Che sciocco, incatenato nella cantina delle mie paure, suono musica per farlo affogare.

IX
Toc toc.
Chi è?
Nessuno.

X
Alle feste indico il mio corpo e dico È qui che l'amore viene a morire. Benvenuti, entrate, fate come se foste a casa vostra. Tutti ridono, pensano che stia scherzando.

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