Giuseppe Burgio - Ricci di mare e limoni
da “La sirena” – Giuseppe Tomasi di Lampedusa (…)
“il mare: il mare di Sicilia è il più colorito, il più aromatico di quanti ne abbia visti; sarà la sola cosa che non riuscirete a guastare, fuori delle città, s’intende. Nelle trattorie a mare si servono ancora i ‘rizzi’ spinosi spaccati a metà?” Lo rassicurai aggiungendo però che pochi li mangiano adesso, per timore del tifo. “Eppure sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all’immortalità. A Siracusa li ho perentoriamente richiesti a Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!”
Ero confuso ed affascinato; un uomo simile che si abbandonasse a metafore così oscene, che esibiva una golosità infantile per le, dopo tutto mediocri, delizie dei ricci di mare!
(…)
“il mare: il mare di Sicilia è il più colorito, il più aromatico di quanti ne abbia visti; sarà la sola cosa che non riuscirete a guastare, fuori delle città, s’intende. Nelle trattorie a mare si servono ancora i ‘rizzi’ spinosi spaccati a metà?” Lo rassicurai aggiungendo però che pochi li mangiano adesso, per timore del tifo. “Eppure sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all’immortalità. A Siracusa li ho perentoriamente richiesti a Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!”
Ero confuso ed affascinato; un uomo simile che si abbandonasse a metafore così oscene, che esibiva una golosità infantile per le, dopo tutto mediocri, delizie dei ricci di mare!
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