14 maggio 2017

Canto di Simeone - T. S. Eliot

John Atkinson Grimshaw - Greenock Harbour at Night
Canto di Simeone - T. S. Eliot

Signore, i giacinti romani fioriscono nei vasi e
Il sole invernale striscia accanto alle colline innevate;
La stagione ostinata ha fatto sosta.
La mia vita è leggera, in attesa del vento mortale,
Come una piuma sul dorso di una mano.
Polvere sospesa nel sole e memoria negli angoli
Aspettando il vento che gela verso la terra morta.

Concedici la tua pace.
Ho camminato molti anni in questa città,
Osservato la fede e il digiuno, provveduto ai poveri,
Ho dato e ottenuto amore e agio.
Nessuno è stato mandato via dalla mia porta.
Chi ricorderà la mia casa, dove vivranno i figli dei miei figli
Quando verrà il tempo del dolore?
Prenderanno la mulattiera della capra, e la casa della volpe,
Fuggendo le facce straniere e le spade straniere.

Prima del tempo delle funi, frustate e lamentazioni
Concedici la tua pace.
Prima delle stazione del monte della desolazione,
prima dell’ora certa del dolore materno,
Ora in questa stagione natale di morte,
Fa che l’Infante, il Verbo non ancora pronunciato né pronunciante,
Conceda la consolazione di Israele
A uno che ha ottant’anni e nessun domani.

Secondo la tua parola.
Ti loderanno e soffriranno in tutte le generazioni
Con gloria e decisione,
Luce sulla luce, salendo la scala dei santi.
Non per me il martirio, l’estasi di pensiero e preghiera,
Non per ma la visione ultima.
Concedimi la tua pace.
(E una spada trafiggerà il tuo cuore,
Anche il tuo.)
Sono stanco della mia vita e della vita di quelli dopo di me,
Sto morendo della mia morte e della morte di quelli dopo di me.
Fa che il tuo servo parta,
Avendo visto la tua salvezza.

traduzione di Massimo Bacigalupo
da T. S. Eliot,il sermone del fuoco a cura di Massimo Bacigalupo
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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