12 maggio 2017

Io vedo intorno a me sepolcri grigi - Emily Bronte

Andrei Belloli - Judith
Io vedo intorno a me sepolcri grigi - Emily Bronte

Io vedo intorno a me sepolcri grigi
allungare profili d’ombre scure.
Sotto la terra che preme il mio passo
soli e profondi i morti silenziosi
riposano nel grembo della zolla,
per sempre oscuri, gelidi per sempre.
E dai miei occhi sgorgano le lacrime
che alla memoria hanno serbato gli anni.
Tempo, Morte e dolore al cuore danno
ferite che non so rimarginare.
Se rammento anche solo la metà
delle sventure che ho patito, il cielo
così puro e beato non darà
al mio spirito stanco alcun sollievo.
Dolce campo di luce! I tuoi bei figli
non conoscono la disperazione:
non han provato, non posson sapere
da quali ospiti tetri sia abitata
ogni umana prigione, quali lacrime,
folli tormenti e torbidi peccati!
Vivano pure la sublime ebbrezza
di un’infinita eternità di gioia;
noi non vogliamo certo trascinarli
a rodersi con noi dei nostri tarli.
No, la Terra non vuole che altre sfere
assaporino il suo liquore amaro;
lei distoglie dal Cielo il suo incurante
sguardo e si duole perché noi moriamo!
Quale conforto ti si potrà dare,
madre, in questa miseria senza fine?
Per allietare i nostri ansiosi occhi
ti vediamo sorridere affettuosa,
ma chi non legge dietro quella luce
la tua profonda indicibile pena?
In verità nessun cielo radioso
ti ruberà l’amore dei tuoi figli.
Noi tutti nel congedo dalla luce
coi tuoi mischiamo i desideri estremi,
e ancora ci struggiamo di comporre
l’amato viso con occhi annebbiati.
Questa casa nativa non vorremmo
lasciare per un luogo oltre la tomba.
No, ma piuttosto nel tuo grembo mite
distenderci in un lungo quieto sonno;
o svegli, condividere con te
la nostra parte d’immortalità.

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