John Atkinson Grimshaw - The Thames Below London Bridge
La terra desolata – T. S. EliotI. LA SEPOLTURA DEI MORTI
Aprile è il mese più crudele, genera
Lillà dalla terra morta, mescola
Memoria e desiderio, desta
Radici torpide con pioggia di primavera.
L’inverno ci tenne caldo, coprendo
la terra di neve immemore, nutrendo
Una vita stenta con tuberi secchi.
L’estate ci sorprese, calando sullo Starnbergersee
Con una spruzzata di pioggia: ci siamo fermati nell colonnato
Per poi proseguire alla nel sole, nel Hofgarten,
E abbiamo preso il caffè, e chiacchierato un’ora.
Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini ospiti dell’arciduca,
Mio cugino, lui mi fece fare un giro in slitta,
E mi sono spaventata tanto. Diceva: Marie,
Marie, tieniti stretta. E giù di corsa.
Nei monti, si che ci sente liberi.
Passo quasi tutta la notte a leggere, e d’inverno vado a sud.
Che radici stringono, che rami crescono,
Da questi rifiuti pietrosi? Figlio dell’uomo,
Non lo sai dire, né immaginare, perché conosci solo
Un mucchio di immagini rotte, battute dal sole,
E l’albero morto non dà rifugio, il grillo non dà sollievo ,
Ela pietra arida non dà suono d’acqua. Solamente
C’è dell’ombra sotto questa roccia rossa,
(Vieni sotto l’ombra di questa roccia rossa),
E ti mostrerò qualcosa di diverso dalla
Tua ombra al mattino che cammina alle tue spalle
Quanto dalla tua ombra di sera che ti viene incontro;
Ti mostrerò la paura in una manciata di polvere.
Frisch weht der Wind
Der Heimat zu
Mein Iriscb Kind,
Wo weilest du?
“Un anno fa per la prima volta mi hai dato dei giacinti;
Mi chiamavano la ragazza dei giacinti”.
– Eppure quando tornammo, tardi, dal Giardino dei giacinti,
Tu con le braccia colme e i capelli bagnati, non riuscivo
A parlare, gli occhi mi si annebbiavano, non ero
Né vivo né morto, e non sapevo nulla,
Guardando nel cuore della luce, il silenzio.
Oed’ und leer das Meer.
Madame Sosostris, chiaroveggente di fama,
Aveva un brutto raffreddore, ciò nondimeno
E’ considerata una delle migliori sensitive d’Europa
Quando fa le carte. Ecco, disse,
La sua carta carta, il Marinaio Fenicio annegato
(Queste son perle che furono i suoi occhi. Guardi!)
Ecco Belladonna, la Donna delle Rocce,
Donna delle situazioni.
Ecco l’uomo con le tre aste, ed ecco la Ruota,
Ed ecco il mercante con un occhio solo, e questa carta,
Che è bianca, è qualcosa che lui porta sulla schiena,
E che non mi si lascia vedere. Non riesco a trovare
L’Appeso. Abbia timore della morte per acqua.
Vedo una massa di gente che cammina in cerchio.
Grazie. Se vedete la cara signora Equitone,
Le dica che l’oroscopo lo porto io:
La prudenza non è mai troppa di questi tempi.
Città irreale,
Sotto la nebbia scura di un’alba d’inverno,
Una folla scorreva sul Ponte di Londra, tanta,
Non pensavo che la morte ne avesse disfatta tanta,
Sospiri, brevi e infrequenti, si esalavano,
E ciascuno fissava gli occhi davanti ai piedi.
Scorreva Su per la collina e giù per King William Street,
Fin dove Saint Mary Woolnoth batte l’ora
Con un rintocco sordo sull’ultimo colpo delle nove.
Qui vidi uno che conoscevo, e lo fermai, esclamando: « Stetson!
Tu che eri con me in marina a Mileto,
Quel corpo che hai piantato l’anno scorso in giardino,
Ha cominciato a gettare? Fiorirà quest’anno?
O il gelo improvviso ne ha disturbato l’aiola?
Ah, tieni lontano il Cane, amico dell’uomo,
O con l’unghie lo disseppellirà di nuovo!
Tu, hypocrite lecteur! – mon semblable, – mon frère!
traduzione di Massimo Bacigalupo
da T. S. Eliot,il sermone del fuoco a cura di Massimo Bacigalupo
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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