Vincent Van Gogh - Fattoria in Provenza
Canto di me stesso - Walt Whitman4
La gente che passa e che m’interroga,
Le persone che incontro, gli effetti su di me dei miei primi anni o del quartiere, della città, della nazione in cui vivo,
Gli avvenimenti recenti, le scoperte, le invenzioni, le società, gli autori vecchi e nuovi,
Il pranzo, gli abiti, i compagni, il bell’aspetto, i complimenti, i doveri,
L’indifferenza reale o immaginaria di qualcuno che amo,
La malattia di uno dei miei o mia, le malefatte, la perdita o la penuria di denaro, le depressioni o l’euforia,
Le battaglie, gli orrori della guerra fratricida, la febbre delle notizie dubbie, lo spasmo degli
avvenimenti,
Tutto questo mi arriva giorno e notte, e se ne va,
Separato da ciò che attira e trascina sta ciò che io sono,
Se ne sta divertito, compiacente, compassionevole, inattivo, unitario,
Guarda dall’alto, è eretto, o appoggia un braccio a un impalpabile sicuro sostegno,
Con la testa piegata di lato, curioso di ciò che verrà dopo,
Dentro e fuori dal gioco, osservandolo e meravigliandosi.
Ripenso ai giorni passati quando mi affaticavo nella nebbia con linguisti e dialettici,
Non ho battute o argomenti, io testimonio e attendo.
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