Domenica di Pentecoste – Annette von Droste-Hulshoff
Tranquillo era il giorno, il sole chiaro
Nelle immacolate volte del tempio;
L’aria, nell’incendio d’oriente,
Ripiegava, come disseccata, le sue ali spossate.
Guarda! un gruppetto di uomini, vecchi
E donne, in ginocchio, e non risuona parola.
Essi pagano sottovoce.
O guida fedele, dov’è lo Spirito Consolatore,
Che promettesti ai tuoi quando prendesti congedo?
Essi non esitano, salda è la tua parola,
Ma trepido e tetro deve sembrarci il tempo.
L’ora viene furtiva. Già quaranta giorni
E notti siamo in attesa piangendo in silenzio
E a te volgiamo il ricordo.
Ma perché non viene, perché?
Alle ore seguono le ore, ai minuti i minuti,
Ma perché non viene? – e se la bocca tace,
Lo chiede l’anima sanguinando sommessa.
Il turbine solleva polvere, la tigre geme
E si rotola ansante nel mare di sabbia,
Sitibonde sono le sue fauci.
Ecco, ascolta, leggero si leva un sussurro!
Si espande, si espande e diventa fremito d’uragano.
L’erba è immobile.
Rigida e stupita la palma pare tendere l’orecchio.
Cosa attraversa come un brivido la schiera pietosa,
Cosa fa scambiare sguardi inquieti e ardenti?
Levate gli occhi e osservate!
E’ lui. è lui; la fiamma guizza
Su ogni capo; che meraviglioso volteggiare,
Che cosa sgorga e si diffonde per le vene!
Si squarcia il futuro, si aprono le cateratte,
E inarrestabile scorre la parola:
Ora grido d’araldo, ora bisbiglio
Implorante.
O luce, o consolatore, sei, ah sei annunciato
Soltanto a quel tempo, solo a quella schiera?
Non a noi, non ovunque si trovi
Un’anima che veglia, priva di conforto?
Languo nella notte afosa:
O splendi, prima che l’occhio accechi!
In pianto e vegliando.
Traduzione di Gio Batta Bucciol
Da “Poesia” n. 290, febbraio 2014. Crocetti Editore
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