5 maggio 2018

Inno alla stupidità - Hans Magnus Enzesberger

Inno alla stupidità - Hans Magnus Enzesberger

Potenza celeste che ti nascondi nelle pieghe
dell’encefalo,
dote senza fondo elargita al genere umano
in saecula saeculorum,
tu sei innumere come la via lattea
e molteplice come l’erba.
Potente gemella dell’intelligenza,
mano nella mano
celebri con essa una triste tiritera.
Sì, è forte, come tu ci ispiri in sempre
nuove guise,
come scemenza femminile e come idiozia
maschile,
come sprizzi dagli occhi iniettati di sangue
del picchiatore
e muovi passetti con aristocratica boria
tossicchiante,
come ci fiati addosso con l’alito cattivo
di una musa sbronza
e come polisillabo delirare nel seminario
filosofico.
Cosa sarebbe l’uomo d’azione senza di te,
stupidità granitica, totale e idiota,
che corri ardente per le sue vene come una
overdose di amfetamina,
e cosa il ricercatore senza l’idea fissa che
insegue
per i bianchi corridoi del suo istituto come
la pantegana nel labirinto?
Senza contare la storia universale: di chi
mai si ricorderebbe,
se non dei vincitori, nella sua ottusità
napoleonica?
Sicché a noi sarà trasmesso lo stolido
orgoglio del vincitore
e il rancore sordo del perdente, solo di
quando in quando addolcito
dallo sproloquio ispirato dei sacerdoti
delle sette,
dei comici e dei bevitori coatti. Stupidità,
tu spesso diffamata, che nella tua
scaltrezza
ti fingi più stupida di quello che sei,
protettrice di tutti i menomati,
solo agli eletti concedi il tuo dono più raro,
la benedetta semplicioneria dei sempliciotti.
Essi sono le pagine bianche nel tuo grande
libro
che a nessuno di noi tu dissigilli.

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