31 luglio 2018

da "L'urlo e il furore" - William Faulkner

da "L'urlo e il furore" - William Faulkner
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I rintocchi tornarono a farsi sentire: la mezza. Stavo dritto sulla pancia della mia ombra ad ascoltare i colpi spaziati e tranquilli che scivolavano sui raggi del sole, tra le foglie rade, immobili e piccine. Spaziati e pacifici e sereni, con quel che d'autunnale che hanno sempre le campane anche nel mese delle giovani spose. Disteso per terra sotto la finestra ad urlare La guardò una sola volta e capì. Dalla bocca dei fanciulli. I lampioni i rintocchi cessarono. Tornai all'ufficio postale, pestando la mia ombra sul marciapiede. vanno giù per la collina poi risalgono verso la città come lanterne appese al muro l'una sopra l'altra. Perché vuol bene a Caddy, disse il babbo, perché ama la gente con tutti i suoi difetti. zio Maury, a gambe larghe davanti al fuoco, doveva allungare una mano quanto bastava per brindare al Natale. Jason corse avanti, con le mani in tasca, cadde per terra e rimase là disteso come un pollo già legato fino a quando Versh lo tirò su. Perchè non tieni le mani fuoti dalle tasche quando corri? Così almeno potresti alzarti in piedi Girando la testa nella culla, rovesciandola tutta all'indietro. Caddy disse a Jason che Versh aveva detto che se zio Maury non lavorava era perché da piccolo girava la testa nella culla.
Shreve veniva su per il marciapiede, dinoccolato, serio nella sua grassezza, con gli occhi luccicanti sotto le foglie in movimento come due piccoli specchi d'acqua.
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