31 luglio 2018

da "Una questione privata" - Beppe Fenoglio

da "Una questione privata" - Beppe Fenoglio

Rimasero tutti sbalorditi. Poi il vecchio domandò a Milton come avesse fatto ad infangarsi così.
Milton arrossì, inspiegabilmente. - Sono caduto in discesa e sono scivolato di petto per molti metri.
- Verrà pure quel giorno, - disse il vecchio guardando Milton con troppa intensità.
- Certo che verrà, - rispose Milton e richiuse la bocca. Ma il vecchio insisteva a fissarlo con un'avidità insoddisfatta, forse praticamente insaziabile. - Certo che verrà, - ripeté Milton.
- E allora, - disse il vecchio, - non ne perdonerete nemmeno uno, voglio sperare.
- Nemmeno uno, - disse Milton. - Siamo già intesi.
- Tutti, tutti li dovete ammazzare, perché non uno di essi merita di meno. La morte, dico io, è la pena più mite per il meno cattivo di loro.
- Li ammazzeremo tutti, - disse Milton. - Siamo d'accordo.
Ma il vecchio non aveva finito. - Con tutti voglio dire proprio tutti. Anche gli infermieri, i cucinieri, anche i cappellani. Ascoltami bene, ragazzo. Io ti posso chiamare ragazzo. Io sono uno che mette le lacrime quando il macellaio viene a comprarmi gli agnelli. Eppure, io sono quel medesimo che ti dice: tutti, fino all'ultimo, li dovete ammazzare. E segna quel che ti dico ancora. Quando verrà quel giorno glorioso, se ne ammazzerete solo una parte, se vi lascerete prendere dalla pietà o dalla stessa nausea del sangue, farete peccato mortale, sarà un vero tradimento. Chi quel gran giorno non sarà sporco di sangue fino alle ascelle, non venitemi a dire che è un buon patriota.
- State tranquilli, - disse Milton muovendosi. -Siamo tutti d'accordo. Piuttosto di pensare di perdonarne uno solo...

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