dipinto di Carl Vilhelm Holsoe
Alla ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann – Marcel Proust
E appena ebbi riconosciuto il sapore
del pezzetto di madeleine, inzuppato nel tiglio, che mi dava la zia (benché non
sapessi ancora, e dovessi rimandare a molto più tardi la scoperta del motivo
per cui quel ricordo mi rendesse tanto felice), subito la vecchia casa grigia
sulla strada, dove era la sua camera, si adattò, come uno scenario di teatro,
al piccolo padiglione che dava sul giardino, costruito sul retro per i miei
genitori (quel lato tronco che solo avevo rivisto fin allora); e con la casa,
la città, da mattina a sera, e con qualsiasi tempo, la piazza dove mi mandavano
prima di pranzo, le vie dove andavo a far delle compere, i sentieri in cui ci
si inoltrava se il tempo era bello. E come in quel gioco, che piace ai
Giapponesi, che consiste nell’immergere in una ciotola di porcellana piena
d’acqua dei pezzetti di carta fino allora indistinti che, appena bagnati si
distendono, si rigirano, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case,
figure umane consistenti e riconoscibili; così, ora, tutti i fiori del nostro
giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne, e la brava gente
del villaggio e le loro piccole case e la chiesa e tutta Combray e i suoi
dintorni, tutto questo che sta prendendo forma e solidità, è emerso, città e
giardini, dalla mia tazza di tè.
trad. it. P. Pinto
Nessun commento:
Posta un commento