18 maggio 2018

da Venti, 20 – Pandelis Bukalas

dipinto do Iain Faulkner
da Venti – Pandelis Bukalas

20
Stella cadente la nostra vita,
mia dolce stella cadente.

Il tuo sorriso nelle foto
giorno dopo giorno
lo fa più profondo la malinconia.
Era scritto che tu avessi sempre vent’anni
Che maturasse il veleno nel tuo sguardo
Frutto che non potrà essere assaporato
Mi tormento guardandoti
Non sei tu
Forse ti saresti fatto crescere i capelli
avresti ceduto alla tentazione dei baffi
forse ti saresti lasciato crescere il pizzetto
poco prima, tesoro mio in esilio,
anche una settimana prima che partissi profugo
giocavi con lamette e rasoi
e ogni dieci minuti scendevi con un aspetto nuovo
e la scala tremava alla tua fretta gioiosa
al nuovo assetto della tua bellezza
quasi ti interessasse il mio parere:
pizzi – baffetti – o ben rasato
Quasi che presentissi l’incombente nulla
e tenessi a replicarti
sicché potesse crearti la nostra fantasia
in tre forme diverse in tre esistenze
invulnerabile
Le tue scarpe comunque in bagno
appaiate in fila
non hanno bisogno di immaginarti
non hanno smesse di crescere
sicure che tu cresci
Questo non mi stupisce,
altro mi rode la mente
vederle impolverate ogni mattina
sentire l’odore del tuo sudore.
Così vieni a indossarle
esci in strada
vaghi per il tuo quartiere
bevi una birra in piedi
vai al piccolo parco
fai due tiri a effetto
l’aveva detto subito il vicino, tifoso appassionato
“il sinistro di Pipis si sposa bene col pallone”
– quando il vicoletto sospirava
per i gooool, i piantala di far casino.
Poi vieni, ti togli le scarpe
sportive
ti metti le alucce
e voli via
prima ch’io ti veda.

Perfino nel mio sogno voli via
mio dolce sogno.

Traduzione di Nicola Crocetti
Da “Poesia”  n. 298, novembre 2014. Crocetti Editore

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