16 maggio 2018

Sonetto LVI – Pablo Neruda

dipinto di Slava Korolenkov
Sonetto LVI – Pablo Neruda

Abituati a vedere dietro di me l'ombra
e le tue mani escano dal rancore, trasparenti,
come se nel mattino del mare fossero create:
ti diede il sale, amor mio, proporzione cristallina.

L'invidia soffre, muore, finisce col mio canto.
A uno a uno agonizzano i suoi tristi capitani.
Io dico amore, e si popola il mondo di colombe.
Ogni mia sillaba reca la primavera.

Allora tu, fiorita, cuore, beneamata,
sopra i miei occhi come i fogliami del cielo
stai, e io t'osservo distesa sulla terra.

Vedo il sole trasmigrare grappoli al tuo volto,
guardando verso l'alto riconosco i tuoi passi.
Matilde, beneamata, diadema, benvenuta!

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