20 luglio 2018

Chiamala paura - Joy Harjo

 Dipinto di Eric Bowman
Chiamala paura - Joy Harjo
.
C’è quest’orlo dove le ombre
e le ossa di alcuni di noi camminano
                                               -all’indietro
.
Parlano all’indietro. C’è quest’orlo
chiamalo un oceano di paura dell’oscurità. O
dagli un nome con altri canti. Sotto le costole
i cuori sono stelle di sangue. Splendono
splendono, e i cavalli in un galoppo alato
sferzano la curva delle costole.

                                                   Battito di cuore
e inspirare d’affanno. Respirare
                                                  all’indietro.
C’è quest’orlo dentro di me
                            l’ho visto una volta
una domenica mattina d’agosto quando il caldo non aveva
lasciato questa terra. E Goodluck
dormiva accanto a me sul camioncino.
Non avevamo mai varcato l’orlo dei
canti alle quattro del mattino.

                                    -Volevamo solo parlare, ascoltare
una qualsiasi voce per rimanere vivi.
                                     -E c’era quest’orlo –
non il dirupo di rocce d’arenaria
ossa di terra vulcanica dentro
                                    Albuquerque.
Non quello,
                     ma una scia di cavalli d’ombra che scalciano
e mi tirano fuori dal mio ventre,
                    -non nel Rio Grande ma nella musica
che a malapena arriva
                          da domenicali canti di chiesa
sulle onde della radio. Batteria scarica ma le voci
parlano all’indietro

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