17 luglio 2018

da “Il canto di Penelope” - Margaret Atwood

Wright Barker - Circe
da “Il canto di Penelope” - Margaret Atwood
(…)
13
Entra il Coro.
Lo scaltro capitano. Canto marinaresco
[Le dodici ancelle in costume da marinaio.]

L’astuto Odisseo da Troia è salpato
la nave ricolma, il cuore placato,
di Atena il figlio dall’occhio fatato,
scaltro è, bugiardo, ladro e truffatore.

Appena giunti del Loto alla terra,
i marinai si scordano la guerra;
Odisseo sulla nave li rinserra,
mesti, avviliti e con la morte in cuore.

Dal Ciclope monocolo arrivato
Odisseo con un palo l’ha accecato;
«Sono Nessuno» ha detto e ci ha salvato
Odisseo dell’inganno il gran signore.

Gli è ostile Poseidone, il re del mare,
tra mille insidie lo fa navigare;
venti avversi da un otre fa soffiare,
addosso a Odisseo, il gran navigatore.

Brindiamo al capitan libero e ardito
in piedi su uno scoglio o addormentato,
e da una dolce ninfa accarezzato
come per sé vorrebbe ognun di noi.

I Lestrigoni poi abbiam trovato,
due di noi tutti interi hanno mangiato;
chi cibo ha chiesto, cibo è diventato,
afflitto è Odisseo, signore tra gli eroi!

In maiali siam stati trasformati,
Odisseo, avvinto a Circe, ci ha salvati,
il vino ha bevuto e i cibi gustati,
un anno è stato l’ospite gradito!

Salute al capitano nel suo errare
spinto dall’onde dell’immenso mare,
lui non ha fretta a casa di tornare
il vecchio matto ingegnoso e incallito!

All’Isola dei Morti poi s’avvia,
sgozza gli agnelli, le ombre van via,
chiede a Tiresia la sua profezia,
Odisseo sempre accorto e sfuggente!

Delle sirene il canto lo attirava,
una bara di piume lo aspettava
e lui, legato all’albero, smaniava,
ma conosceva bene i loro inganni!

Il gorgo di Cariddi non l’ha preso
e anche Scilla l’ha lasciato illeso;
scivolava tra i massi senza peso,
di scogli erranti non temeva i danni!

Al suo comando noi abbiam mancato
e le mandrie del Sole divorato;
noi siamo morti, ma lui è approdato
all’isola dove regna Calipso.

Sette anni di baci e se n’è andato
su una zattera, e il vento l’ha portato
dove Nausicaa stendeva il bucato.
E tutto nudo egli è emerso dall’onda!

Lui le racconta le grandi avventure,
il mare in tempesta e le rive insicure;
del Fato ha subito le insidie più oscure
perfino Odisseo, maestro d’inganno!

Salute al capitano, ovunque sia,
in terra o in mare, non ci son sue nuove,
noi siam nell’Ade, ove nulla si muove
nient’altro ne sappiam, né altri ne sanno

traduzione di G. Aurelio Privitera

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