dipinto di Sally Storch
da Il libro dell’inquietudine – Fernando Pessoa
65.
La stanchezza di tutte le illusioni e di tutto ciò che c’è nelle illusioni – la loro perdita, l’inutilità di averle, la prestanchezza di doverle avere per perderle, il rammarico di averle avute, la vergogna intellettuale di averle avute sapendo che avrebbero fatto tale fine. La coscienza dell’incoscienza della vita è la più vecchia imposta sull’intelligenza. Ci sono intelligenze incoscienti – brillii dello spirito, correnti di pensiero, misteri e filosofie – che hanno lo stesso automatismo dei riflessi corporei, come la gestione che il fegato e i reni fanno delle loro secrezioni.
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La stanchezza di tutte le illusioni e di tutto ciò che c’è nelle illusioni – la loro perdita, l’inutilità di averle, la prestanchezza di doverle avere per perderle, il rammarico di averle avute, la vergogna intellettuale di averle avute sapendo che avrebbero fatto tale fine. La coscienza dell’incoscienza della vita è la più vecchia imposta sull’intelligenza. Ci sono intelligenze incoscienti – brillii dello spirito, correnti di pensiero, misteri e filosofie – che hanno lo stesso automatismo dei riflessi corporei, come la gestione che il fegato e i reni fanno delle loro secrezioni.
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