18 luglio 2018

da “La stagione dei tradimenti” – Philippe Georget

da “La stagione dei tradimenti” – Philippe Georget

Sentì come il rumore di una bolla che esploda provenire dalla borsa di Claire.
Un SMS.
Alle sette di mattina di un giorno in cui non c’era scuola.
Appoggiata su un mobile in sala da pranzo, la borsa lo sfidava. Era un modello variopinto e con tante tasche di un famoso marchio spagnolo che i figli avevano regalato alla madre per il suo compleanno. Dentro, c’era il telefono, e la verità. Tutta la verità. Quella che lui rifiutava di vedere da oltre sei mesi.
L’estate passata Gilles Sebag aveva sorpreso la moglie in flagrante delitto di menzogna. Un giorno si era recato in palestra per invitarla a pranzo dopo il suo corso, e lei non era lì. Sul momento non si era stupito. Ma il sorrisetto condiscendente dell’istruttrice l’aveva ossessionato per tutto il pomeriggio. E la sera stessa, senza averlo premeditato, aveva infilato nella conversazione una domanda all’apparenza innocente.
«Allora? È andata bene la lezione in palestra?».
«Sfiancante» aveva risposto lei senza battere ciglio.
Nei giorni seguenti altri segnali inquietanti avevano fatto aumentare la sua preoccupazione. Claire usciva spesso con le amiche, più spesso del solito, e talvolta l’aveva sorpresa distratta mentre le parlava. I suoi pensieri sembravano altrove. Forse con un altro… E poi Claire era partita in crociera con le amiche. Come professoressa della scuola media di Rivesaltes, aveva molte più ferie di lui. E quell’anno, per la prima volta, aveva avuto voglia di approfittarne indipendentemente dal marito.
Era tornata più innamorata che mai e tutti i segnali che prima avevano fatto preoccupare Gilles erano svaniti all’istante. Aveva cercato di dimenticare i propri dubbi. Se Claire aveva avuto un amante la storia era conclusa, si era trattato solo di una scappatella. Lei lo amava, amava lui e nessun altro. Vivevano insieme da vent’anni; insieme, avevano cresciuto due figli, Léo di sedici anni e Séverine, che ne aveva quasi quattordici, entrambi splendidi.
Aveva tentato di digerire l’idea che oggigiorno l’amore non va più per forza a braccetto con la fedeltà eterna. Che il desiderio di vedersi bella negli occhi di un altro uomo poteva essere più forte, così come il desiderio di un altro corpo, di un’altra pelle, di un nuovo turbamento amoroso, di un nuovo primo sorriso, primo appuntamento e primo bacio.
Aveva tentato di comprendere e ci provava ancora.
Tuttavia, la sua immaginazione talvolta gli rendeva più arduo il compito.
Perché non si limitava a un primo bacio, ma inventava anche il seguito, con dettagli ogni volta più dolorosi: immagini crude di piacere condiviso, sospiri e parole tenere scambiate in un letto o al telefono, magari proprio alle sue spalle, per esempio tramite SMS.
Nella borsa scoppiò un’altra bolla.
La sua esperienza di poliziotto gli aveva insegnato che al giorno d’oggi non esiste informatore migliore di un telefono cellulare. E nemmeno peggior traditore.
(…)

Traduzione dal francese
di Silvia Manfredo

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