3 luglio 2018

Non voglio più bagnarmi in questo mare - Marco Ribani

dipinto di Jesús Unturbe
Non voglio più bagnarmi in questo mare - Marco Ribani

 Non voglio più bagnarmi in questo mare
di sepolti vivi. Non lo vedete anche voi che la mattina
il mare non gode più l’azzurro e sulla battigia le alghe
sono nere come se fossero capelli e le piccolissime
conchiglie somigliano ai dentini di lattanti
Non lo vedete anche voi che le stelle marine
hanno cinque dita?

E non sentite quando è l’ora della calma piatta
che anche il vento si arrende e dal profondo emerge
un cono di silenzio illuminato dalla luna. Non sentite che
sono le storie che premono nell’aria per essere raccontate?

Sono Amir, vent’anni e mi dispiace, ditelo ai miei, che soprattutto
mi dispiace per i soldi che non potrò restituire, e poi mi dispiace
che sono morto per primo. Non se lo meritavano. Un figlio così
debole. Mi piacerebbe che qualcuno mettesse una croce
su una piccola boa con il mio nome “Qui in questo mare
si è dissolto Amir colpevole di essere innocente”
Mi piacerebbe che tutti avessimo per ricordo una piccola boa
sopra di noi in cima al mare.

Non voglio più bagnarmi in questo mare.
Non li sentite i canti? Ancora credete che sia vento?
Il primo verso dice: Ci avete rubato l’orizzonte poi ciascuno
prega nella propria lingua.
Il secondo verso dice: Ci avete rubato la speranza e ancora
ognuno prega nella propria lingua
e il terzo verso dice: I poveri non hanno forse diritto a un orizzonte?
e il quarto invece: I poveri non hanno nemmeno diritto a una speranza?
Poi per tre volte ripetiamo: Siamo morti di silenzio e vuoto.
Di silenzio e vuoto siamo morti.

Non voglio più bagnarmi in questo mare.

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