dipinto di Jesús Unturbe
Non voglio più bagnarmi
in questo mare - Marco Ribani
Non voglio più bagnarmi in questo mare
di
sepolti vivi. Non lo vedete anche voi che la mattina
il
mare non gode più l’azzurro e sulla battigia le alghe
sono
nere come se fossero capelli e le piccolissime
conchiglie
somigliano ai dentini di lattanti
Non
lo vedete anche voi che le stelle marine
hanno
cinque dita?
E
non sentite quando è l’ora della calma piatta
che
anche il vento si arrende e dal profondo emerge
un
cono di silenzio illuminato dalla luna. Non sentite che
sono
le storie che premono nell’aria per essere raccontate?
Sono
Amir, vent’anni e mi dispiace, ditelo ai miei, che soprattutto
mi
dispiace per i soldi che non potrò restituire, e poi mi dispiace
che
sono morto per primo. Non se lo meritavano. Un figlio così
debole.
Mi piacerebbe che qualcuno mettesse una croce
su
una piccola boa con il mio nome “Qui in questo mare
si
è dissolto Amir colpevole di essere innocente”
Mi
piacerebbe che tutti avessimo per ricordo una piccola boa
sopra
di noi in cima al mare.
Non
voglio più bagnarmi in questo mare.
Non
li sentite i canti? Ancora credete che sia vento?
Il
primo verso dice: Ci avete rubato l’orizzonte poi ciascuno
prega
nella propria lingua.
Il
secondo verso dice: Ci avete rubato la speranza e ancora
ognuno
prega nella propria lingua
e
il terzo verso dice: I poveri non hanno forse diritto a un orizzonte?
e
il quarto invece: I poveri non hanno nemmeno diritto a una speranza?
Poi
per tre volte ripetiamo: Siamo morti di silenzio e vuoto.
Di
silenzio e vuoto siamo morti.
Non
voglio più bagnarmi in questo mare.
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