Osias Beert - Still life with various vessels on a table.
da “I segreti della tavola di Montalbano” –
Stefania Campo
La Vigata
letteraria è invece un paese in provincia di Agrigento, Porto Empedocle. È qui,
al numero due della centralissima via Roma, che si trova l’autentica trattoria San
Calogero, che ormai ha chiuso i battenti, proprio come nel racconto. È
possibile però consolarsi rinfrescando il palato con una bella fetta di gelato:
sulla stessa via si trova infatti il Bar Albanese e seduto a un
tavolino, mescolato tra la gente, di tanto in tanto è possibile incontrare lo
stesso scrittore attorniato dai suoi affezionati lettori. “Prima di partire,
Montalbano era passato dal caffè Albanese, dove facevano i migliori dolci di
tutta Vigàta e aveva accattato venti cannola appena fatti, dieci chili
tra tetù, taralli, viscotti regina, mostazzoli di Palermo, dolci di
Riposto, frutti di martorana e, a coronamento, una coloratissima cassata
di cinque chili”. (La voce del violino)
Un altro
famoso bar di Porto Empedocle, nonché tempio del gelato a pezzo duro, è il Caffè
Castiglione. “Ci trasiva, in quella sala, per accompagnare sò patre che
ogni tanto si faciva una partita. E mentre sò patre jocava lui si
sbafava un enorme pezzo triangolare di gelato, in genere un ‘pezzo duro’
– accussì lo chiamavano – di cioccolato e panna. O di cassata. Lì facivano
gelati che non ne aviva più trovato d’eguali. Ne risentì il sapore tra lingua e
palato. E col sapore il nome del cafè gli tornò nitido: Castiglione”. (La
prima indagine di Montalbano).
Camilleri
in un’intervista ricorda il giorno in cui Mussolini passò di lì e gli offrirono
proprio il gelato del Caffè Castiglione. Da quella volta ogni sabato
arrivava un idrovolante per caricare un pozzo di gelato per il duce. Tra i
ricordi c’è spazio anche per una battuta dello zio, riferita a quando fu
inaugurata la prima autostrada italiana: “Mussolini fici ’sta strata
picchì si scantava ca i gelati c’arrivavunu squagliati”.
Sempre a
Porto Empedocle è possibile visitare anche la trattoria Da Enzo, che si
trova nella parte alta del paese, imboccando via Garibaldi dalla stessa via
Roma. Al termine di una ripida salita, sulla destra apparirà un locale
caratterizzato da una lamiera, sormontata dalla tolda di un peschereccio: è la
trattoria Da Enzo dove è ancora possibile gustare la bontà di una cucina
che tanto ha affascinato Camilleri. “Da fora, la sala della trattoria s’appresentava
come una costruzione in lamiera ondulata, mentre la cucina doviva trovarsi
dintra una casa che c’era allato. C’era un senso di provvisorio, di arrangiato,
che piacque a Montalbano. Trasì, s’assittò a un tavolo libero. Un sissantino
asciutto, gli occhi chiari, che sorvegliava i movimenti dei dù
cammareri, gli si avvicinò e gli si chiantò davanti senza rapriri vucca
manco per salutarlo. Sorrideva”. (Il giro di boa).
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