15 settembre 2018

Le grazie Inno primo. Venere vv 182, 208 – Ugo Foscolo

Tiziano Vecellio - Venere con organista e cagnolino, 1550 - 1551, Olio su tela, 136 x 220 cm. Madrid, Museo Nacional del Prado
Le grazie Inno primo. Venere vv 182, 208 – Ugo Foscolo

Per te all'arti eleganti ed a' felici
ozi, per te lascivi affetti, e molli
ozi, e spergiuri a' Greci; e poi la dura
vita, e nude a sudar nella palestra
[sottentrar] le fanciulle onde salvarsi
Amor da te. Ma quando eri per anche
delle Grazie non invido fratello
Sparta fioriva. Qui di Fare il golfo
cinto d'armonïosi antri a' delfini,
qui Sparta e le fluenti dell'Eurota
grate a' cigni; e Messene offria securi
ne' suoi boschetti alle tortore i nidi;
qui d'Augìa 'l pelaghetto, inviolato
al pescator, da che di mirti ombrato
era lavacro al bel corpo di Leda
e della sua figlia divina. E Amicle
terra di fiori non bastava ai serti
delle vergini spose; dal paese
venian cantando i giovani alle nozze.
Non de' destrieri nitidi l'amore
li rattenne, non Laa che fra tre monti
ama le caccie e i riti di Dïana,
né la Maremma Elea ricca di pesce.
E non lunge è Brisea, donde il propinquo
Taigeto intese strepitar l'arcano
tripudio e i riti, onde il femmineo coro
placò Lieo, e intercedean le Grazie.
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