Juan van der Hamen - Tavola imbandita
da “I
segreti della tavola di Montalbano” – Stefania Campo
Lo sviluppo del
turismo culturale favorito dal caso televisivo ha poi finito per includere nella
scelta degli itinerari anche le località letterarie, così che alcune di queste
si sono duplicate. Le Vigata ad esempio sono due,
quella della fiction nel territorio ragusano e quella letteraria di Porto Empedocle. La motivazione
risiede nel fatto che la Vigata letteraria di
cui parla Camilleri non è quella oggetto degli abusi delle recenti speculazioni
edilizie, ma quella di un passato incontaminato,
quando essa era un paese di pescatori e di dimore
a misura d’uomo. Non a caso i produttori della fiction sono dovuti
ricorrere a un’altra zona in cui ambientare le
riprese, trovandola in quella parte di Sicilia ancora preservata dagli oltraggi del cemento. La Vigata del
piccolo schermo corrisponde allora a Scicli,
così come Marinella è Punta Secca, una località balneare in provincia di
Ragusa. È lì che Salvo vive, in quella bella
casa con terrazza che dà direttamente sulla spiaggia e sul mare, e che quando non è usata come set ospita un bed
and breakfast. Numerose sono le location
sparse nel territorio ragusano: Ragusa
Ibla, Sampieri, Donnalucata, Marina di Ragusa,
Scoglitti, Capo Passero. Angoli nascosti dell’estremo sud, dove è possibile
assaporare il gusto della tradizione siciliana e
magari fare un salto alla trattoria La Rusticana, che nella fiction non
è nient’altro che l’osteria di don Calogero, e in cui la carta comprende anche un menù dal titolo “A pranzo con
Montalbano”.
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