Rembrandt, autoritratto - Leonardo, autoritratto - Rembrandt, autoritratto - Daniele da Volterra, ritratto di Michelangelo - Pierre Puget, autoritratto - Rosalba arriera, ritratto di Watteau - Goya, autoritratto - sconoscito, ritratto di Weber - Delacroix, autoritratto
VI. I Fari – Charles Baudelaire
Rubens,
fiume d’oblio, giardino d’indolenza,
cuscino di carne florida su cui non si può amare,
ma in cui la vita affluisce e s’agita senza tregua
come l’aria nel cielo e il mare dentro il mare;
cuscino di carne florida su cui non si può amare,
ma in cui la vita affluisce e s’agita senza tregua
come l’aria nel cielo e il mare dentro il mare;
Leonardo
da Vinci, specchio oscuro e profondo
dove angeli incantevoli, con un dolce sorriso
carico di mistero, appaiono all’ombra
dei ghiacciai e dei pini che fanno al luogo cornice;
dove angeli incantevoli, con un dolce sorriso
carico di mistero, appaiono all’ombra
dei ghiacciai e dei pini che fanno al luogo cornice;
Rembrandt,
triste ospedale pieno di sussurri,
dove un gran crocefisso è l’unico ornamento
e la preghiera in lacrime sale dalle sozzure,
e che un raggio invernale traversa bruscamente;
dove un gran crocefisso è l’unico ornamento
e la preghiera in lacrime sale dalle sozzure,
e che un raggio invernale traversa bruscamente;
Michelangelo,
luogo vago dove si vedono Ercoli
mescolarsi con Cristi, e sollevarsi in piedi
fantasmi poderosi su sfondi di crepuscoli
che lacerano il sudario con dita protese;
mescolarsi con Cristi, e sollevarsi in piedi
fantasmi poderosi su sfondi di crepuscoli
che lacerano il sudario con dita protese;
furori
da boxeur, impudenze da fauno,
tu che raccattasti la bellezza triviale,
gran cuore gonfio di orgoglio, uomo gialliccio e gracile,
Puget, malinconico imperatore dei forzati;
tu che raccattasti la bellezza triviale,
gran cuore gonfio di orgoglio, uomo gialliccio e gracile,
Puget, malinconico imperatore dei forzati;
Watteau,
carnevale in cui come farfalle
tanti cuori illustri vagano fiammeggiando,
scenari freschi e lievi sotto i lampadari
che versano follia su quei balli turbinanti;
tanti cuori illustri vagano fiammeggiando,
scenari freschi e lievi sotto i lampadari
che versano follia su quei balli turbinanti;
Goya,
incubo pieno di cose sconosciute,
di feti fatti cuocere nel mezzo d’un sabba
di vecchie che si specchiano e di bambine ignude
che per tentare i demoni s’aggiustano una calza;
di feti fatti cuocere nel mezzo d’un sabba
di vecchie che si specchiano e di bambine ignude
che per tentare i demoni s’aggiustano una calza;
Delacroix,
lago di sangue gremito d’angeli malvagi
ombreggiato da un bosco di abeti sempre verdi,
in cui strane fanfare, sotto un cielo aggrondato,
passano, come un sospiro soffocato di Weber;
ombreggiato da un bosco di abeti sempre verdi,
in cui strane fanfare, sotto un cielo aggrondato,
passano, come un sospiro soffocato di Weber;
queste
maledizioni, queste bestemmie e lamenti,
queste estasi, questi gridi, questi pianti, questi Te Deum,
sono un’eco propagata da mille labirinti,
per i cuori mortali è un oppio divino!
queste estasi, questi gridi, questi pianti, questi Te Deum,
sono un’eco propagata da mille labirinti,
per i cuori mortali è un oppio divino!
È
un grido ripetuto da mille sentinelle,
un ordine trasmesso da mille portavoci;
è un faro acceso su mille cittadelle,
un richiamo di cacciatori sperduti nei boschi!
un ordine trasmesso da mille portavoci;
è un faro acceso su mille cittadelle,
un richiamo di cacciatori sperduti nei boschi!
Perché
è questa, o Dio, la testimonianza più vera
Che noi possiamo dare della nostra dignità,
questo ardente singhiozzo che rotola d’era in era
e viene a morire alla sponda della tua eternità!
Che noi possiamo dare della nostra dignità,
questo ardente singhiozzo che rotola d’era in era
e viene a morire alla sponda della tua eternità!
Traduzione e note di
Luciana Frezza.
VI. I Fari – Charles Baudelaire
Rubens,
fiume d’oblio e giardino indolente,
letto di carne fresca dove non si può amare,
ma in cui la vita s’agita, fluisce eternamente,
come l’aria nel cielo ed il mare nel mare;
letto di carne fresca dove non si può amare,
ma in cui la vita s’agita, fluisce eternamente,
come l’aria nel cielo ed il mare nel mare;
Leonardo
da Vinci, specchio oscuro e profondo
dove angeli incantevoli dal sorriso cortese
e misteriosi appaiono in ombra sullo sfondo
dei ghiacciai e dei pini che chiudono il paese;
dove angeli incantevoli dal sorriso cortese
e misteriosi appaiono in ombra sullo sfondo
dei ghiacciai e dei pini che chiudono il paese;
Rembrandt,
pieno di murmuri, desolato ospedale
d’un gran crocefisso adorno solamente,
dove prece di pianto dall’immondizia sale,
da un bagliore d’inverno trafitta bruscamente;
d’un gran crocefisso adorno solamente,
dove prece di pianto dall’immondizia sale,
da un bagliore d’inverno trafitta bruscamente;
Michelangelo,
luogo incerto dove schiere
miste d’Ercoli e Cristi vedi, e ritti levati
i fantasmi potenti che sul far delle sere
protendono le dita dai sudari strappati;
miste d’Ercoli e Cristi vedi, e ritti levati
i fantasmi potenti che sul far delle sere
protendono le dita dai sudari strappati;
Tu
che di ogni cafone la bellezza raccogli,
e la rabbia dei pugili, l’impudenza dei satiri,
uomo debole e giallo, cuore gonfio d’orgoglio,
o Puget malinconico, sovrano dei forzati;
e la rabbia dei pugili, l’impudenza dei satiri,
uomo debole e giallo, cuore gonfio d’orgoglio,
o Puget malinconico, sovrano dei forzati;
Watteau, tu carnevale,
dove i più rinomati
cuori come farfalle, delle fiamme in balia,
errano; lievi e fragili scenari illuminati
da luci che riversano sul ballo la follia;
cuori come farfalle, delle fiamme in balia,
errano; lievi e fragili scenari illuminati
da luci che riversano sul ballo la follia;
Goya,
incubo pieno di cose mai sentite,
e in mezzo ai sabba feti cotti nei calderoni
e vegliarde allo specchio, e bambine svestite
che aggiustano le calze per tentare i demòni;
e in mezzo ai sabba feti cotti nei calderoni
e vegliarde allo specchio, e bambine svestite
che aggiustano le calze per tentare i demòni;
Delacroix,
lago infesto di diavoli e di sangue,
da una selva d’abeti sempreverdi ombreggiato,
dove fanfare strane, sotto un cielo che langue
vanno come un sospiro di Weber soffocato;
da una selva d’abeti sempreverdi ombreggiato,
dove fanfare strane, sotto un cielo che langue
vanno come un sospiro di Weber soffocato;
Queste
maledizioni e lamenti di vinti
estasi, osanna, grida, pianti,Te Deum corali,
sono echi rimandati da mille labirinti,
sono l’oppio divino per i cuori mortali!
estasi, osanna, grida, pianti,Te Deum corali,
sono echi rimandati da mille labirinti,
sono l’oppio divino per i cuori mortali!
È
un grido ripetuto da mille sentinelle,
l’ordine rinviato tra mille portavoce,
un faro illuminato su mille cittadelle,
dei cacciatori spersi nelle selve è la voce.
l’ordine rinviato tra mille portavoce,
un faro illuminato su mille cittadelle,
dei cacciatori spersi nelle selve è la voce.
Veramente,
Signore, è la testimonianza
di dignità migliore che ti possiamo offrire,
quest’ardente singhiozzo che nei secoli avanza
e viene sulle sponde tue immortali a morire.
di dignità migliore che ti possiamo offrire,
quest’ardente singhiozzo che nei secoli avanza
e viene sulle sponde tue immortali a morire.
Traduzione Francesca Del Moro
VI. Les Phares - Charles
Baudelaire
Rubens,
fleuve d’oubli, jardin de la paresse,
Oreiller de chair fraîche où l’on ne peut aimer,
Mais où la vie afflue et s’agite sans cesse,
Comme l’air dans le ciel et la mer dans la mer;
Oreiller de chair fraîche où l’on ne peut aimer,
Mais où la vie afflue et s’agite sans cesse,
Comme l’air dans le ciel et la mer dans la mer;
Léonard de Vinci, miroir profond
et sombre,
Où des anges charmants, avec un doux souris
Tout chargé de mystère, apparaissent à l’ombre
Des glaciers et des pins qui ferment leur pays;
Où des anges charmants, avec un doux souris
Tout chargé de mystère, apparaissent à l’ombre
Des glaciers et des pins qui ferment leur pays;
Rembrandt, triste hôpital tout
rempli de murmures,
Et d’un grand crucifix décoré seulement,
Où la prière en pleurs s’exhale des ordures,
Et d’un rayon d’hiver traversé brusquement;
Et d’un grand crucifix décoré seulement,
Où la prière en pleurs s’exhale des ordures,
Et d’un rayon d’hiver traversé brusquement;
Michel-Ange, lieu vague où l’on
voit des Hercules
Se mêler à des Christs, et se lever tout droits
Des fantômes puissants qui dans les crépuscules
Déchirent leur suaire en étirant leurs doigts;
Se mêler à des Christs, et se lever tout droits
Des fantômes puissants qui dans les crépuscules
Déchirent leur suaire en étirant leurs doigts;
Colères de boxeur, impudences de
faune,
Toi qui sus ramasser la beauté des goujats,
Grand coeur gonflé d’orgueil, homme débile et jaune,
Puget, mélancolique empereur des forçats;
Toi qui sus ramasser la beauté des goujats,
Grand coeur gonflé d’orgueil, homme débile et jaune,
Puget, mélancolique empereur des forçats;
Watteau, ce carnaval où bien des
coeurs illustres,
Comme des papillons, errent en flamboyant,
Décors frais et légers éclairés par des lustres
Qui versent la folie à ce bal tournoyant;
Comme des papillons, errent en flamboyant,
Décors frais et légers éclairés par des lustres
Qui versent la folie à ce bal tournoyant;
Goya, cauchemar plein de choses
inconnues,
De foetus qu’on fait cuire au milieu des sabbats,
De vieilles au miroir et d’enfants toutes nues,
Pour tenter les démons ajustant bien leurs bas;
De foetus qu’on fait cuire au milieu des sabbats,
De vieilles au miroir et d’enfants toutes nues,
Pour tenter les démons ajustant bien leurs bas;
Delacroix, lac de sang hanté des
mauvais anges,
Ombragé par un bois de sapins toujours vert,
Où, sous un ciel chagrin, des fanfares étranges
Passent, comme un soupir étouffé de Weber;
Ombragé par un bois de sapins toujours vert,
Où, sous un ciel chagrin, des fanfares étranges
Passent, comme un soupir étouffé de Weber;
Ces malédictions, ces blasphèmes,
ces plaintes,
Ces extases, ces cris, ces pleurs, ces Te Deum,
Sont un écho redit par mille labyrinthes;
C’est pour les coeurs mortels un divin opium!
Ces extases, ces cris, ces pleurs, ces Te Deum,
Sont un écho redit par mille labyrinthes;
C’est pour les coeurs mortels un divin opium!
C’est
un cri répété par mille sentinelles,
Un ordre renvoyé par mille porte-voix;
C’est un phare allumé sur mille citadelles,
Un appel de chasseurs perdus dans les grands bois!
Un ordre renvoyé par mille porte-voix;
C’est un phare allumé sur mille citadelles,
Un appel de chasseurs perdus dans les grands bois!
Car
c’est vraiment, Seigneur, le meilleur témoignage
Que nous puissions donner de notre dignité
Que cet ardent sanglot qui roule d’âge en âge
Et vient mourir au bord de votre éternité!
Que nous puissions donner de notre dignité
Que cet ardent sanglot qui roule d’âge en âge
Et vient mourir au bord de votre éternité!

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