2 luglio 2018

Metti che - Gonca Ozmen

Carl Vilhelm Holsøe - Waiting By The Window, detail
Metti che - Gonca Ozmen

Torbido mio estremo: Metti che il Tamigi.
Metti che la mia mente plani ai piedi della donna nuda
Metti che una corsa fra i lama
Metti che le gambe si allunghino avvinghiando la storia
Metti che stamani mi trovi a parlare una lingua cisposa
Metti due spirali sui tappeti rossi
e non decidersi su quale cadere
Metti che nel cuore della notte ti cerchi
e ti chieda di privarci sempre più
farci timorosi sempre più
Metti che d'un tratto tutti si trasformino in altri
E giunga questa poesia nell'abito della civetta

Una parola si è denudata e io
Un giorno intero ho cercato rimedio.
La ragazza dallo smalto rosa affonda le mani dentro di me
Non esagero
Mi spunta un dente nuovo dalla solitudine
Non esagero
Metti che resti sospesa a un sentire ricco di balze

Metti che davvero una cicogna mi ha portata,
così, proprio io a questa fine di mondo
Metti che ne abbia amati venti, uno dopo l'altro
E tutto sia rimasto indietro
gemendo e stridendo
La strada aveva il diritto di unire sponda a sponda
Metti che da un dipinto inabissato Ada sia venuta
verso il profumo fatato che è solo suo
Metti che per due soldi mi sia venduta a quell'abisso

Metti che facevo saltare l'uccello sulla tua spalla
un sasso piatto sulla tua aria assorta
fiammiferi sulla tua assenza
Metti che un uomo mi cammini accanto per sempre
l'uomo cui per la prima volta avevo scritto
versi che leccano galletti di zucchero
E avanzando si finisce per somigliare
a bagliori
a trilli d'uccelli
La girandola ci volteggia in bocca senza sosta
Una zebra si lancia fuori di me
sono uno sguardo aereo sulla notte d'Istanbul
più la quota s'abbassa
più cresco e cresco

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