5 luglio 2018

Rime sovversive per i migranti – Tomaso Kemeny

Jacob Lawrence - The migration series
Rime sovversive per i migranti – Tomaso Kemeny

I codardi discendenti del Misericordioso
si dilettano a mozzare il capo al cristiano
rispettoso, a stuprare femmine indifese,
a depredare, devastare, abbattere
statue e chiese e così ogni mese
migliaia di migranti preferiscono naufragare
a proprie spese piuttosto che rimanere
in balia dei nefasti briganti di Dio.
I poeti da sempre si perdono nella selva d’oro
dell’immaginazione e si smarriscono
in un mondo simbolico migliore, un esilio volontario,
ma io, ancora bambino, mi vidi in fuga
con la famiglia a torto dichiarato
nemico del popolo, dal distorto carnefice
stalinista dell’Ungheria, conobbi l’esilio
e dimora tra i fiori selvaggi di André Breton
e nel meraviglioso canto del Foscolo e del Tasso.
Che siano fedeli di un Dio guerriero,
o compagni social-traditori, o schiere razziste-reazionarie
risultano appartenere tutti alla tradizione dei
maledetti massacratori e involontari buttafuori
della composita ruota delle minoranze diverse
e dissenzienti. Per le vittime dei persecutori
dei violatori degli ideali originari, traccio,
con sovversione, un cerchio ove siano obbligati
ad ascoltare la continua lettura dei testi
di cui, i vari tipi di ingannatori delle genti,
si sono dichiarati e si dichiarano legittimi
guardiani, o, altrimenti, questi rinnegati
vengano costretti a camminare in silenzio
e in punta di piedi, verso il paese da loro
propagandato e del tutto immaginario,
oltre i confini della realtà.
 

Canti per i senza patria. Poesia n. 319, Ottobre 2016

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