Sir John Lavery - The Gothic room, 901 Fifth Avenue, 1926
da Sonata al chiaro di luna – Ghiannis RitsosLo so che ormai si è fatto tardi. Lasciami,
poiché per tanti anni, giorni e notti e meriggi purpurei, sono rimasta sola,
irriducibile, immacolata e sola,
perfino nel mio letto nuziale immacolata e sola,
scrivendo versi gloriosi sulle ginocchia di Dio,
versi che, ti assicuro, resteranno come scolpiti su un marmo irreprensibile
oltre la mia vita e la tua, molto oltre. Non basta.
Lasciami venire con te.
Non fa più per me questa casa.
Non sopporto di portarla sulle spalle.
Devi sempre badare a questo e a quello,
a puntellare il muro con la grande credenza
a puntellare la credenza con l’antichissimo tavolo intagliato
a puntellare il tavolo con le sedie
a puntellare le sedie con le mani
a sostenere con la spalla la trave che ha ceduto.
E il piano, chiuso come un feretro nero. Non osi aprirlo.
Badare sempre a questo e a quello, che non cada, a non cadere tu. Non ce la faccio.
Lasciami venire con te.
Questa casa, pur con tutti i suoi morti, non vuol saperne di morire.
Si ostina a vivere con i suoi morti
a vivere dei suoi morti
a vivere della certezza della sua morte
perfino a sistemare i suoi morti su letti e scaffali pericolanti.
Lasciami venire con te.
da Quarta dimensione, Crocetti Editore, Milano 2013
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