17 marzo 2020

Mi tormenta un pensiero - Petőfi Sándor

dipinto di Alfons Karpinski
Mi tormenta un pensiero - Petőfi Sándor

Mi tormenta un pensiero,
morire in letto da solo,
consumarmi come un fiore,
che mangia un oscuro verme,
consumarmi lento come una candela
lasciata sola in una stanza vuota.
Oh Dio! Non darmi una morte così!
Voglio essere un albero
che da bufera viene strappato,
voglio essere una roccia,
che da monte a valle
viene spinta giù da un tuono rimbombante.
Quando tutti i popoli in catena
si alzano in piedi, pieni di rabbia,
avanzano con faccia rossa d'ira
e sulle bandiere queste parole sacre:
Libertà del mondo!
Lo suonano dall'oriente all'occidente,
e combattono contro l'oppressore.
Là voglio morire io, nel campo di battaglia,
là che sgorghi il sangue dal mio giovane cuore,
e quando le ultime parole gioiose
mi lasciano le labbra,
che siano coperte dal metallico rumore,
dal suono della tromba e del cannone,
e passando sul mio cadavere
che corrano cavalli calpestandomi,
verso la vittoria finale.
Là che si raccolgano le mie ossa perse,
e quando arriva il giorno del funerale,
in cui con bandiere e con musica ferale,
vengono sepolti in tomba comune
tutti gli eroi che sono morti per te,
santa Libertà del mondo!

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