24 marzo 2020

da Un amore – Dino Buzzati

dipinto di Paul Laurenzi
da Un amore – Dino Buzzati

«Be’, ci sono migliaia di ragazze che lavorano.»
«Me l’aspettavo, da mezz’ora me l’aspettavo. L’immancabile domanda: ma perché non andate a lavorare? Lo vuoi sapere il perché? Perché voi borghesi, coi vostri sporchi soldi, ci avete impedito di andare a lavorare.»
«Marxista per caso?»
«Macché marxista. Sono fascista, io. Che c’entra il marxismo? Se mai c’entra la carità cristiana. Te lo sei mai chiesto dove è nata Laide, in che ambiente è cresciuta, fra che gente è vissuta, che educazione ha avuto, chi le ha voluto bene veramente quando era una bambina? Di lei ti ho raccontato delle cose orrende ma sai cosa ti dico? È molto meno puttana di me, la Laide. Lei non ha la smania che ci ho io, lei ci tiene al buon nome, lei non ha il coraggio che ho io, forse anche perché – scusami sai – è meno intelligente. Quella lì, io magari no, quella lì se fosse nata in una famiglia come la tua, credi che si sarebbe messa a fare la ragazza squillo? Una donna dai rigidi principi sarebbe venuta su, mi par di vederla, inflessibile con le ragazze di facili costumi. Tal quale la mia mancata suocera che il diavolo se la porti.»

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