Renato Guttuso - Le figlie di Lot
da Un amore – Dino Buzzati
A Lambrate. Chissà da chi. Io non volevo crederci. E lei si è messa a ridere: sai, dice, tutto fa… E una sera, quella volta ero anch’io presente, in casa di un mio amico e c’era un mucchio di gente ragazzi e ragazze, c’è stato uno che le ha promesso una presa di coca se lei faceva una penitenza.»
«Che penitenza?»
«Qui siamo in sette uomini, ha detto quel porco, tu ci devi far divertire tutti e sette uno dopo l’altro. Quella sera la Laide era bevuta. Insomma si sono seduti in circolo e tu la avessi vista in ginocchio… desideri una descrizione dettagliata?»
«Sei una bella carogna, tu.»
«Coraggio, cervellone. Un po’ di terzo grado ti fa bene.»
«E di me cosa diceva?»
«Ci siamo. Di te diceva che eri noioso, che non le davi respiro, che per tenerti tranquillo doveva telefonarti venti volte al giorno, che quando doveva far l’amore con te si sentiva morire, che in casa sua di notte non ti lasciava metter piede…»
«È vero.»
«Così di notte era libera di fare il diavolo che voleva. Hai proprio da essere orgoglioso. Per un pezzo lo sai che ci dormivano la Fausta col suo amico?»
«Sì me l’aveva detto.»
«E ti ha anche detto che dormivano in tre nello stesso letto, lui in mezzo con una ragazza per parte? Credi alle volte che parlassero di filosofia?… Ma cos’hai? tu non stai bene… sei pallido come… La colpa è mia… su andiamo, vieni a prendere un whisky da me e poi ti mando a nanna.»
A Lambrate. Chissà da chi. Io non volevo crederci. E lei si è messa a ridere: sai, dice, tutto fa… E una sera, quella volta ero anch’io presente, in casa di un mio amico e c’era un mucchio di gente ragazzi e ragazze, c’è stato uno che le ha promesso una presa di coca se lei faceva una penitenza.»
«Che penitenza?»
«Qui siamo in sette uomini, ha detto quel porco, tu ci devi far divertire tutti e sette uno dopo l’altro. Quella sera la Laide era bevuta. Insomma si sono seduti in circolo e tu la avessi vista in ginocchio… desideri una descrizione dettagliata?»
«Sei una bella carogna, tu.»
«Coraggio, cervellone. Un po’ di terzo grado ti fa bene.»
«E di me cosa diceva?»
«Ci siamo. Di te diceva che eri noioso, che non le davi respiro, che per tenerti tranquillo doveva telefonarti venti volte al giorno, che quando doveva far l’amore con te si sentiva morire, che in casa sua di notte non ti lasciava metter piede…»
«È vero.»
«Così di notte era libera di fare il diavolo che voleva. Hai proprio da essere orgoglioso. Per un pezzo lo sai che ci dormivano la Fausta col suo amico?»
«Sì me l’aveva detto.»
«E ti ha anche detto che dormivano in tre nello stesso letto, lui in mezzo con una ragazza per parte? Credi alle volte che parlassero di filosofia?… Ma cos’hai? tu non stai bene… sei pallido come… La colpa è mia… su andiamo, vieni a prendere un whisky da me e poi ti mando a nanna.»
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